Modello Eataly: Farinetti con Renzi al Governo, CdP nel capitale e quotazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2013 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA
Modello Eataly: Farinetti con Renzi al Governo, CdP nel capitale e quotazione

Modello Eataly: Farinetti con Renzi al Governo, CdP nel capitale e quotazione

ROMA – Modello Eataly: Farinetti con Renzi al Governo, CdP nel capitale e quotazione. Che Cassa Depositi e Prestiti, braccio finanziario pubblico, stia studiano il modo migliore per investire su Eataly, la creatura dell’agroalimentare di qualità a vocazione autoctona di Oscar Farinetti, è confermato dai protagonisti che ammettono il pour parler, l’avvio della trattativa. Che lo stesso Farinetti il 24 febbraio lascerà l’azienda per raggiunti 60 anni sembra sicuro soprattutto se l’operazione di cui sopra sarà andata in porto: a quel punto, con Eataly sostenuta dal socio forte, ricapitalizzata e magari quotata in Borsa sulla falsariga del clamoroso successo Moncler, il patron si ritroverebbe ricco delle quote liquidate e disponibile all’avventura politica al fianco di Matteo Renzi, magari come ministro dell’Agricoltura. Ma qui siamo nell’ordine della preveggenza.

Il fatto però che il modello Eataly sia così appetibile per il Fondo Strategico Italiano (Cdp) segnala due circostanze significative: l’avanzare incontrastato di un modello renziano (che in Farinetti vede un punto di riferimento certo se non un vero e proprio guru) di politica aziendale e relazioni industriali (precarietà e stipendi bassi) e della contestuale trasformazione del Fondo Cdp in un vero e proprio private equity che non un investitore di ultima istanza e presidio ultimo di asset italiani in difficoltà. Cioè mette i soldi dove vede l’affare: in Eataly sì, per dire, in Telecom no. Il Fatto Quotidiano ha acceso un faro sul rapporto Renzi-Farinetti (e Libero sulla scorta delle loro inchieste ironizza su Farinetti che vuole l’aiuto statale ma tratta i suoi come cinesi).

La Cdp vede con interesse l’ingresso di Eataly nel portafoglio investimenti del Fondo, per ora un po’ eterogeneo: dalla banda larga con Metroweb alla società di servizi bancari Sia, alla società di componentistica per il petrolio Valvitalia. La Cassa avrebbe voluto comprare la catena di supermarket Finiper, “la grande I”, ma l’operazione si è rivelata più complessa del previsto. E allora si cambia: gli spazi espositivi di Eataly che mettono in vetrina i prodotti dell’agroalimentare di qualità, è l’ideale per l’approccio Cdp, secondo cui l’Italia è troppo debole nella grande distribuzione, col risultato che i francesi dominano il settore promuovendo sugli scaffali prodotti gestiti da loro a scapito del Made in Italy. Il gruppo di Farinetti ha conti buoni, si avvia ai 300 milioni di fatturato, ha una struttura azionaria un po’ farraginosa per gli standard del fondo ma prospettive di sviluppo interessanti. (Stefano Feltri, Il Fatto Quotidiano)

Più sfiziose (se non fossero in gioco diritti e stipendi dei lavoratori) le posizioni di Farinetti in tema di lavoro (ed esposte i un’intervista al Fatto) che Libero prontamente stigmatizza in funzione anti-Renzi rilevandone le contraddizioni nel campo progressista (ma, molto in teoria sarebbero posizioni non lontane da quelle propugnate dal giornale, ma tant’è). Non sembra politicamente corretto l’assioma per cui i dipendenti che guadagnano poco rubano di più (e infatti vengono controllati all’uscita in puro stile Amazon). Sul fatto che 8 euro lordi l’ora non sono pochi ci sarebbe da discutere, molto meno comunque della denuncia dell’esosità delle tasse. Ma la dichiarazione d’orgoglio di Farinetti (“Non ci prendiamo dividendi, investiamo i nostri soldi e lo Stato non ci dà nulla…”) appare sinceramente poco tempestiva, alla luce dell’interesse di Cdp:

Sono dunque in arrivo soldi pubblici per supportare l’espansione nel mondo di Eataly, in modo da definire un percorso in vista del 24 settembre 2014, cioè quando Oscar compierà 60 anni e lascerà il gruppo, per dedicarsi probabilmente alla campagna elettorale a fianco del suo amico Matteo Renzi. L’obiettivo è un posto al governo, magari proprio all’agricoltura, in modo che – nel nome della competenza – si formerà un bel conflitto d’interessi… Buon appetito: tanto paghiamo tutto noi. (Giuliano Zulin, Libero Quotidiano)