Monti: “Aumenti rozzi, ma meglio che finire come la Grecia”

Pubblicato il 31 Marzo 2012 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA

PECHINO – ”Devo sempre far presente agli italiani che meno visibile ai loro occhi ma molto piu’ grave per il destino delle loro famiglie sarebbe stato finire come la Grecia”. Cosi’ il premier Mario Monti da Pechino sui recenti aumenti fiscali e tariffari da lui stesso definiti ”rozzi”.

Rapporti saldissimi. Mario Monti è in Cina per stringere nuovi accordi commerciali e rinforzare la collaborazione economica tra i due Paesi: «L’Italia vede nella Cina – ha detto il premier italiano – un importantissimo partner strategico e intende rafforzare il più possibile la già ottima collaborazione». Con queste parole Monti ha salutato la delegazione cinese guidata dal primo ministro Wen Jiabao, nella sala dell’assemblea del popolo a Pechino. «Quella di oggi è un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza delle rispettive posizioni e per sviluppare nuovi modi di collaborazione bilaterlali e multilaterali con la grande Repubblica cinese», ha aggiunto il presidente del Consiglio.

L’arrivo in Cina, dopo la visita a Tokyo e prima ancora a Seul, è il culmine del viaggio asiatico del professor Monti, impegnato a rinsaldare i rapporti commerciali con le potenze economiche asiatiche, mercati decisivi sulla difficile strada della ripresa economica. Proprio da Tokyo il premier aveva inviato al Corriere la lettera con cui ha auspicato di appianare presto le divergenze con le parti sociali sulla riforma del lavoro.

Un assist inaspettato sul fronte della riforma dello statuto dei lavoratori viene da Jiabao, uno dei pochi leader comunisti ancora al potere nel mondo: «Sono convinto che l’Italia riuscirà ad affrontare lo scenario internazionale e a realizzare nuova crescita economica attraverso le riforme». I colloqui si sono tenuti presso l’Assemblea Nazionale del Popolo di Pechino. Secondo Wen, «l’economia dell’Italia, paese esportatore con una grande industria manifatturiera, è dotata di basi solide e di grandi potenzialità».

E la conferenza stampa a Pechino con le massime autorità cinesi è anche l’occasione per il premier Monti di chiarire le motivazioni della lettera al Corriere della Sera di qualche giorno fa: «Sono lieto di aver scritto a un giornale italiano e che ciò abbia calmato le acque». E «credo senza fondamento. Sono contento di aver visto che si è rasserenata la situazione». Smentita poi una presunta pressione da parte del Quirinale per rasserenare il clima con i partiti.

«Sono dispiaciuto che si sia parlato di marcia indietro, non perchè non si possano fare, ma perché in questo caso non c’è stata». Monti spiega che una marcia indietro «ci sarebbe stata se avessi fatto dichiarazioni in qualche modo lesive della dignità, del rispetto e della gratitudine verso i partiti politici in genere e, in particolare, quelli che sostengono il governo». Insomma, insiste, rivolgendosi ai giornalisti «le stesse frasi che voi avete correttamente trasposto nelle vostre corrispondenze, mostrano che, forse, sono state lette fuori dal contesto». Il premier è poi tornato a parlare delle riforme e gli interventi in materia fiscale approvati dall’Italia: «Il paese – ha detto – ha bisogno di consolidamento fiscale e crescita. Il consolidamento fiscale può a breve termine indebolire la crescita, ma può anche cambiare le aspettative e creare le basi di una maggiore fiducia, quindi maggiori spese e investimenti». Sulle tasse ha spiegato: «Devo sempre far presente agli italiani che meno visibile ai loro occhi ma molto più grave per il destino delle loro famiglie sarebbe stato finire come la Grecia». Giustificati quindi i recenti aumenti fiscali e tariffari da Monti stesso definiti «rozzi».