Napolitano rassicura: “Italia non è allo sbando, nessun rischio contagio”

Pubblicato il 28 Febbraio 2013 - 12:40| Aggiornato il 15 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Non c’è un’Italia allo sbando e non vedo alcun rischio di contagio“, così Giorgio Napolitano risponde alle parole di Wolfgang Schaeuble, che ieri aveva parlato di un rischio contagio dall’Italia all’Europa. Al ministro delle Finanze tedesco Napolitano manda a dire che “per contagiarsi c’è bisogno di prendersi una malattia e noi non abbiamo malattia”.

Il presidente Napolitano, a Berlino con accanto il suo omologo tedesco Gauck, ha più volte spiegato che l’Italia ”non è senza governo” e che c’è un esecutivo ”che rimarrà in carica fino al giorno in cui giurerà il prossimo governo”. A conferma di ciò il capo dello Stato ha ricordato che al prossimo Consiglio europeo di metà marzo ci sarà il premier Mario Monti ”a rappresentare l’Italia, prendendosi tutte le responsabilità necessarie anche consultando – ha sottolineato il presidente – le forze politiche uscite dal voto”.

Poi riguardo ai commenti rilasciati del leader Spd Peer Steinbrueck, che sempre ieri ha detto di essere rimasto “esterrefatto per la vittoria in Italia di due clown“, riferendosi a Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, Napolitano ha spiegato: “È stato uno spiacevole imprevisto, sono venute meno le condizioni per un incontro che avevamo preventivato, volendo io sentire anche la voce dell’opposizione. Ognuno è libero di pensare dentro di sé quello che crede, ma quando si parla di cose che riguardano di libere elezioni bisogna essere molto ponderati nei giudizi e non deve mai venir meno un rapporto di rispetto fra Paesi amici”.

A chi gli chiedeva se fosse possibile un’accelerazione dell’iter per la formazione del nuovo Governo, il capo dello Stato ha risposto: “Ci sono degli adempimenti da rispettare, questa è la realtà”. E ha aggiunto: “In questo momento non c’è nemmeno la proclamazione degli eletti in Parlamento – ha spiegato il capo dello Stato – ci deve essere la verifica delle posizioni di tutti i candidati che hanno ottenuto i voti, ed entro 20 giorni dalle elezioni si devono riunire le nuove Camere. È già stata fissata la data del 15 marzo per l’insediamento. Si devono costituire i gruppi parlamentari perché io possa consultarli, non vedo possibilità di accelerazione”.