Cosentino scappa con le liste, Verdini e Palma lo inseguono: cronaca di una fuga

Pubblicato il 22 Gennaio 2013 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Nicola Cosentino (Foto Lapresse)

ROMA – Sono circa le ore 15 di lunedì 21 gennaio quando Denis Verdini, coordinatore Pdl, e Nitto Palma, ex ministro della Giustizia Pdl, imboccano su un’auto blu l’autostrada. Sono entrambi nervosi, hanno le ore contate per portare a termine un compito delicatissimo: ammansire Nicola Cosentino, definitivamente allontanato dalle liste elettorali del partito, e convincerlo soprattutto a consegnare le liste della Campania che si è preso e portato a Caserta. Quelle liste vanno consegnate in tribunale entro le 20, non c’è tempo da perdere. Il Corriere della Sera ricostruisce il dialogo che c’è stato tra il duo Verdini-Palma in auto e Nicola Cosentino a casa sua.

«Nicola, sono Nitto Palma… porca miseria, sei impazzito?». «Mi avete fottuto, mi avete…». «Nicola, ascoltami bene: io e Denis stiamo venendo a Caserta…». «È tutta colpa di Berlusconi! Ma io adesso… mannaggia a me… faccio un macello…». «No, tu adesso fai il bravo, e ti calmi: tra un’ora siamo lì e ci consegni le liste della Campania, d’accordo?». «Mi volete vedere in galera, eh? Mi fate tutti schifooo!». «Aspetta, Nicola… ti passo Denis…». (Verdini con voce bassa, cavernosa, la voce che fa quando è molto arrabbiato). «Non mi piace il tuo comportamento. Non mi piace proprio».

Quando, in piena compilazione delle liste, il partito si pose il problema degli “impresentabili“, Cosentino era in cima all’elenco dei nomi scomodi: due processi in corso per “concorso in associazione camorristica”, un arresto evitato solo per il voto contrario della Camera. Lui lotta fino all’ultimo per salvarsi, da privato cittadino le possibilità che in carcere ci vada davvero sono concrete, ma anche nel partito ci sono dubbi: in fin dei conti Cosentino, che controlla il Pdl in Campania, garantisce 30mila voti e non è poco. Alla fine cede e a quanto pare consegna le liste. Ma non è chiaro perché il momento è concitato: le notizie filtrano sulle agenzie, ne parlano i siti e i telegiornali della sera. “Nicola Cosentino ha preso le liste”. Nel frattempo i candidati campani vengono convocati in fretta e furia in due hotel a Napoli e Benevento per firmare nuovamente, caso mai il giallo delle liste sparite non si risolvesse in tempo per le 20. Continua il Corriere:

Nitto Palma – sono ormai le 19.37 – è effettivamente in tribunale. Esce poco dopo. Nervosetto: «Oh, fotografi… se vi accostate troppo non parlo… mi date fastidio». Parla a braccio (tra l’altro, sembra che il nome di Cosentino figuri ancora nella lista per il Senato: ma, mancando la firma di accettazione della candidatura, Cosentino automaticamente decade e Alessandra Mussolini sale di una posizione, dal quarto al terzo posto): «Berlusconi è stato di parola: le nostre sono liste depurate e… ci spiace per Nicola, ma vorrei fosse chiaro che, da questo momento in poi, i suoi guai giudiziari riguardano solo ed esclusivamente lui». Lui: Nick o’ mericano (anche se a chiamarlo così, stasera, fa un po’ meno impressione).

Dalle 20,30 in poi Nitto Palma mette la chiosa finale sulla vicenda con una serie di dichiarazioni rassicuranti che però non chiariscono perché, nel pomeriggio, le liste fossero a Caserta in mano a Cosentino:

”Nessun giallo” sulle liste del Pdl in Campania, ”è molto più semplice di quanto si e’ detto o scritto in queste ore. A Roma vi è stata una riunione ristretta sulla candidatura di Nicola Cosentino. Una riunione molto dura, durata due ore. Mancavano solo le liste di Campania 2. Ma alle 16 a Caserta ci siamo visti con Nicola, io e Denis Verdini, e ce le ha consegnate”. Lo afferma Francesco Nitto Palma, commissario del Pdl in Campania, in un’intervista al Mattino. ”Nicola era dispiaciuto – dice, – addolorato ma ha capito la situazione e ci ha fatto in bocca al lupo per la competizione”.