Pdl, Farefuturo: “Non può esserci un minculpop che decide chi può parlare e chi no”

Pubblicato il 15 Maggio 2010 - 16:55 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Dopo lo strappo tra Silvio Berlsuconi e Gianfranco Fini iniziato con le dichiarazioni alla direzione del Pdl, i giovani finiani tornano sull’importanza della libertà di parola e di dissentire.

“È un caposaldo della democrazia: il diritto alla parola, alla differenza, al dissenso. E non è che ci può essere una commissione, o un minculpop qualsiasi, che si arroga il diritto di decidere ex cathedra ciò che si può dire e ciò che non si può dire, di stabilire il tasso di dissenso consentito: ‘Fino a qui, potete arrivare, piu’ in là siete reietti, appestati, fuorilegge”, scrive su ‘Ffwebmagazine’, rivista online della fondazione Farefuturo, il direttore Filippo Rossi.

“La democrazia non prevede confini al diritto di parola, al diritto di essere, di sentirsi diversi”,sottolinea Rossi, che nota anche che “la differenza è la ricchezza del dibattito, è la ricchezza dello stare insieme” perché “senza differenza non c’é politica, c’è solo propaganda, c’è solo la finta certezza di uno spot pubblicitario”.

Riferendosi al dibattito sui finiani all’interno del Popolo delle Libertà, Rossi osserva: “Un giorno nel Pdl ti dicono: ma perché state all’opposizione? Siamo tutti una grande famiglia. Un altro giorno se ne scappano fuori: siamo troppo diversi per stare sotto lo stesso tetto, per fare la pace. Allora, al di là del fatto che forse prima dovrebbero fare la pace con se stessi, una cosa proprio non si capisce: ma uno perché mai dovrebbe alzarsi in piedi e dire la sua? Se si è d’accordo su tutto, ma proprio su tutto, uno rimane al proprio posto e fa il burattino plaudente: clap clap e finisce lì”.

“In qualsiasi associazione, in ogni aggregazione umana, uno si alza in piedi per parlare se non è d’accordo, se pensa – conclude ‘Ffwebmagazine’ – che ci sia qualcosa che non va”.