Pdl perde pezzi, il governo ha ancora una maggioranza?

Pubblicato il 3 Novembre 2011 - 22:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 3 NOV – Indietro di un anno. E’ li’ che l’addio al Pdl di Ida D’Ippolito e Alessio Bonciani riporta il governo. Al di sotto della maggioranza assoluta alla Camera. Dai 316 voti ottenuti con l’ultima fiducia, si scende di nuovo alla ‘quota 314′ raggiunta a fatica il 14 dicembre 2010, dopo l’uscita dei finiani.

Ma il rischio e’ quello di calare ancora. Perche’ se si considera il voto in bilico di una variegata galassia di ‘scontenti’, le distanze con l’opposizione (da oggi virtualmente a ‘quota 306′), potrebbero farsi ancor piu’ sottili: alla prossima ‘conta’ basterebbe una manciata di ‘no’ o una decina di astensioni, per sfiduciare Berlusconi.

Dopo il passaggio all’Udc formalizzato oggi da D’Ippolito e Bonciani, la maggioranza a Montecitorio scende a 314 deputati (senza contare i pidiellini Alfonso Papa, ai domiciliari, e Pietro Franzoso, malato). Ma la fotografia dei numeri non tiene conto degli ‘indecisi’, le cui fila si ingrossano sempre piu’. Non e’ piu’ incondizionata, infatti, la fiducia al governo dei sei firmatari della lettera al premier per chiedere un allargamento della maggioranza.

E se due di loro, Fabio Gava e Giustina Destro, gia’ l’ultima volta si erano astenuti, gli altri (Roberto Antonione, Isabella Bertolini, Giancarlo Pittelli e Giorgio Stracquadanio) sono ancora annoverati nei 314 e potrebbero dunque poter far mancare quattro voti.

In fibrillazione sono anche gli ex Fli, oggi al Misto, Andrea Ronchi, Adolfo Urso, Pippo Scalia e Antonio Buonfiglio. Mentre una nota dei repubblicani (Pri) avverte che il ‘si” di Francesco Nucara al governo non e’ scontato.

Intanto, continuano a perdere pezzi gli ex Responsabili: dopo l’addio del loro ex capogruppo Luciano Sardelli (che gia’ il 14 ottobre si e’ astenuto sulla fiducia), lasciano il gruppo Popolo e territorio per formare una componente del Misto Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Americo Porfidia.

I tre assicurano fiducia al governo, ma aggiungono: ”al momento”. Mentre Pippo Gianni, ancora membro di Pt, in un’intervista dice che al 75-80% votera’ la sfiducia, salvo poi frenare. E Domenico Scilipoti, sibillino: ”Potrei votare si’ come potrei votare no”.

Restano intanto in una posizione critica verso il governo coloro che all’ultimo voto si sono astenuti: Destro e Gava (firmatari della lettera), Sardelli, l’ex finiano Buonfiglio, Santo Versace e Calogero Mannino. E anche Antonio Milo, che allora aveva optato in extremis per il ‘si”, potrebbe cambiare idea. Ma anche dal Pdl potrebbero venire altre ‘emorragie’ di voti, si sussurra a Montecitorio. Non fa presagire nulla di buono, del resto, il continuo emergere di ‘malpancisti’.

Come Giuliano Cazzola, che dichiara: ”Io non tradisco, ma Berlusconi deve trattare una resa onorevole invece di essere schiantato”. Quanto all’opposizione, l’ultima volta (considerati gli assenti) si e’ fermata a ‘quota 301’. Mentre adesso a ranghi completi il potenziale dei ‘no’ e’ a 306. Ma si guarda con un po’ di apprensione ai sei radicali. Il 14 ottobre hanno votato contro il governo, ma dopo il progressivo allontanamento dal Pd degli ultimi tempi, nulla viene dato per scontato.