Ping pong nel centrodestra. Fini:”Berlusconi si dimetta”, il Pdl: “Lasci lui la Camera”

Pubblicato il 23 Gennaio 2011 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA

Fini si rivolge a Berlusconi: deve dimettersi ora. Ma l’appello del presidente della Camera ricompatta il Pdl e anche gli ex An attorno al premier in un botta e risposta interno al centrodestra, con reciproche richieste di “un passo indietro”.

Quanto ai rapporti fra potere politico e magistratura, Gianfranco Fini è convinto che ”l’equilibrio fra poteri e funzioni dello Stato è l’essenza della democrazia. E ci deve essere sempre rispetto tra gli esponenti delle varie istituzioni. Il potere politico – osserva – non deve temere diminuzioni di autorità o di sovranità dalle inchieste dei giudici. Se esistono patologie nel sistema, queste patologie devono poter emergere alla luce del sole, nella fisiologia e nella normalità dei rapporti istituzionali. Ad avvantaggiarsene sarebbe innanzitutto la qualità della vita democratica”.

Ma la richiesta di Fini spinge il Pdl a chiedere a sua volta le dimissioni del leader di Fli: “Fini, avendo chiesto le dimissioni di Berlusconi dimostra di non essere affatto super partes e di conseguenza deve essere lui a dimettersi da presidente della Camera e a condurre a viso aperto la sua battaglia politica senza godere di una posizione istituzionale che di per sé  invece lo pone al di sopra delle parti”.

Non solo: escono allo scoperto anche i cosiddetti ex “colonnelli di An”: Alemanno, Meloni e Gasparri in prima fila. In una lettera al Giornale scrivono: ”Contro il premier solo fango” e ”avanti tutta per i nostri elettori che ci chiedono sviluppo e lagalità”. Si dicono ”orgogliosi” di stare a fianco del Presidente del Consiglio nel Pdl nonostante lo scandalo del caso ‘Ruby’.

”Uno dei filoni polemici di questi giorni chiama in causa chi è approdato nel Pdl provenendo dalla destra italiana: come fate, si dice, a essere coerenti con la vostra storia, fatta di richiami ai principi di rispetto delle regole, di fronte a quanto accade?” scrivono nella lettera Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Alfredo Mantovano, Altero Matteoli e Giorgia Meloni secondo i quali ”è evidente l’interesse di chi solleva il tema per provocare fratture interne al Pdl”