Pisapia festeggia: “Abbiamo liberato Milano, basta liti”

Pubblicato il 31 Maggio 2011 - 00:52 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Milano abbraccia il suo nuovo sindaco: festa grande per Giuliano Pisapia a piazza del Duomo dove, per l’occasione, ha suonato anche Vinicio Capossela. Dopo aver appreso della vittoria lui ha fatto una prima tappa al Teatro dell’Elfo, dove si è insediato il suo comitato elettorale (come aveva fatto già al primo turno) e dove molta gente si è riversata in strada. Il suo primo pensiero è stato per i militari feriti in Afghanistan e per le loro famiglie. Poi ha ringraziato chi lo ha aiutato in questa avventura iniziata con la candidatura alle primarie dello scorso novembre. Ha spiegato di aver chiamato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per ringraziarlo del suo “rigore morale”. Ha sospirato e detto di essere “commosso ed emozionato”. “Milano – ha aggiunto – aveva bisogno di cambiare e il voto lo ha dimostrato”.

“E’ rinato l’impegno e l’entusiasmo che Milano non vedeva da anni – ha commentato il neosindaco – è un regalo che abbiamo fatto alla città”. Un regalo per lui è stata la telefonata dell’ormai ex sindaco Moratti, che si è congratulata e ha detto di voler continuare a impegnarsi per la città. L’avvocato lo ha preso come un segnale di distensione, anche perché da tempo Pisapia accarezza l’idea di un “patto per Milano con tutte le forze vive della città”.

Nichi Vendola, il leader di Sel volato a Milano per festeggiare il ‘suo’ candidato in piazza Duomo, gli ha dato in qualche modo ragione, parlando di elezioni anticipate e avviso di sfratto a Palazzo Chigi. Il neosindaco, invece, è stato più prudente. “Non credo ci sarà un effetto immediato” in ambito nazionale, ha detto ai giornalisti, anche se nella vittoria di Milano ha visto un “segnale per l’intero Paese”. “Abbiamo sconfitto i toni duri e la contrapposizione frontale con il sorriso e l’ironia – ha detto – Era una cosa che non era mai successa”.

“Abbiamo liberato Milano – ha concluso il sindaco – e ora dobbiamo ricostruirla”. Più tardi, in serata, Pisapia è tornato in una piazza Duomo gremitissima. “La coda velenosa di questa campagna non l’abbiamo dimenticata, ma vogliamo superarla per il bene di questa città, del nostro futuro e di Milano”, è stato l’appello con cui ha chiuso il suo discorso dal palco. “Però saremo inflessibili – ha quindi aggiunto il nuovo sindaco – non faremo mercato con nessuno, non cederemo su quello in cui crediamo”. Da qui l’appello al voto per i referendum del 12 e 13 di giugno: i cinque sì per i referendum cittadini ecologisti e sì per i referendum nazionali “per la difesa dei beni pubblici”.

“La nostra campagna elettorale non è stata costruita nelle ville e sui velluti – ha concluso Pisapia – abbiamo consumato le scarpe, abbiamo incontrato la città, ci rivedremo presto per Milano per cambiare insieme questa città”. Prima di lasciare il palco, Pisapia ha ricevuto una grande coppa che l’Uisp ha battezzato in suo onore e una maglietta personalizzata dell’Inter, sua squadra del cuore, con il numero 57, visto che lui sarà il 57esimo sindaco di Milano. Il pubblico ha poi ballato sulle note di Tutta mia la città. Il neosindaco, prima di lasciare il palco, si è rivolto ai suoi sostenitori appresa la notizia che sotto la casa dell’ex vicesindaco Ricardo De Corato esponenti dei centri sociali hanno esploso petardi e acceso fumogeni e ha detto: “Impediamo a chiunque di rovinarci la nostra festa”.