Renata Polverini: la candidata del Pdl che piace a sinistra ma non a destra

Pubblicato il 30 Dicembre 2009 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA

Renata Polverini

Candidata dal Pdl, attaccata dalla destra e elogiata dalla sinistra. Renata Polverini, leader del sindacato Ugl e in corsa per succedere a Piero Marrazzo alla guida della Regione Lazio, rappresenta un paradosso politico.

Roma è già tappezzata dai suoi manifesti: faccia (non troppo) sorridente e slogan ammiccante, “Con te”.  L’avversario, in una regione teoricamente in bilico, ancora non c’è e mentre il Partito Democratico è alle prese con una linea politica che non ne vuol sapere di venire alla luce, la Polverini ha campo libero e riscuote, inaspettatamente, i consensi da alcuni settori dell’opposizione.

Primo tra tutti  “il Fatto”, quotidiano diretto da Padellaro e su cui scrive Marco Travaglio. Un giornale di cui non si può certo invocare una “simpatia” per le politiche del Pdl.  Eppure martedì 29 dicembre, insieme a un lungo articolo sul caos candidature nel Pd, proprio dalle colonne del “Fatto” è partito l’invito a «votare per la Polverini in assenza di valide alternative». Un paradosso forse, certamente una provocazione.

In ogni caso, una parte dell’elettorato di sinistra è affascinata dalla Polverini: è donna, è sindacalista e non si fa problemi (cosa in cui certa sinistra è specializzata da qualche decina d’anni) a manifestare contro il governo che le è vicino. Specie, dice lei «quando si toccano i diritti dei lavoratori».

Tutto facile allora per la prima donna alla guida di una confederazione sindacale? Assolutamente no. Perché se la sinistra è indulgente (del resto è difficile iniziare una campagna elettorale senza un candidato) e Casini sembra pronto ad appoggiarla, le insidie per la Polverini vengono proprio da chi a concorrere per la Regione Lazio ce l’ha messa.

La storia della sindacalista, infatti, è vicina a quella di An. La Polverini, infatti, prese in mano l’Ugl quando ancora si chiamava Cisnal ed era nei fatti una propaggine del Movimento Sociale. Fatale che, nella guerra interna che lacera il Pdl, la sindacalista sia più vicina a Fini che a Berlusconi. E quindi, se la sinistra si suicida senza competere, la destra prova un piccolo brivido tafazzista utilizzando la propria stampa per affossare il suo candidato.

Su “Il Giornale” di mercoledì 30 dicembre, infatti, compare un’intera pagina dedicata alle “gesta” della sindacalista e già dal titolo si capisce la solfa:  “Polverini e i suoi vizietti di sinistra”.

I vizi, secondo il quotidiano della famiglia Berlusconi, sarebbero una certa tendenza salottiera e una debolezza di portafogli. La Polverini, secondo l’autore del pezzo, Gabriele Villa spreca troppo. Mette i pantaloni per «esprimere forte personalità» ma ama gli «abiti firmati». Il Giornale non è “Mattino 5”  e non illumina i lettori sul colore dei calzini della sindacalista. Ma il quotidiano di Feltri le rimprovera l’eccessivo presenzialismo televisivo – che per il Pdl è una sostanziale novità – e una carriera politica «troppo fulminea». La sindacalista, nella corsa alla candidatura, secondo Villa, ha bruciato il candidato di Alemanno, Andrea Augello e il ministro per la Gioventù Giorgia Meloni.

La sua “colpa”, e il Giornale, seppure in fondo alla pagina non riesce a fare a meno di scriverlo, è che Renata Polverini è una “fedelissima” di Fini. La «reginetta Renata», come la definisce il quotidiano di Feltri, sembra avere davanti una sfida con un ostico “nemico interno”.