Prodi ultima fermata di Bersani: “Un minuto dopo l’elezione mi ritiro”

Pubblicato il 19 Aprile 2013 - 10:17| Aggiornato il 29 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Prodi ultima scelta di Bersani: “Un minuto dopo l’elezione mi ritiro”. La corsa a premier di Bersani si arresta qui, con l’elezione, a questo punto possibilissima, di Prodi. Sfiduciato dai suoi elettori, perfino dai compagni emiliani che hanno invaso ogni social network, più che dai suoi parlamentari, per il segretario Bersani la sconfitta su Marini di ieri è stata la prova più difficile della sua storia politica. Racconta Goffredo De Marchis su Repubblica il tormento del leader, come spesso succede, rimasto solo con l’amara consapevolezza di non aver spiegato agli elettori del Pd la differenza tra politica e istituzioni, tra governo e Presidenza della Repubblica. Non ci è riuscito: ogni accordo, anche alto, istituzionale, puzza di inciucio in generale, è un  favore a Berlusconi in particolare. L’articolo di De Marchis arriva prima della decisione dell’Assemblea Pd che in extremis si ricompatta sul nome di Prodi. Dunque il segretario ce l’ha fatta. La sua uscita di scena non sarà un de profundis ma un più fisiologico commiato, un avvicendamento nella leadership per chi deve condurre una fase nuova. Scrive De Marchis:

“Pier Luigi Bersani è tramortito per l’esito disastroso del voto su Franco Marini. Stanco, sfiduciato, non vuole farsi vedere così. Per questo è un fantasma nel Transatlantico affollato da mille grandi elettori e centinaia di giornalisti. Nessuno lo vede, protetto dai commessi che gli suggeriscono i corridoi laterali per rifugiarsi nella sua stanza al primo piano, alle spalle dell’aula. Solo i fotografi lo immortalano sorridente nell’emiciclo mentre vota e abbraccia Angelino Alfano. I nemici per un giorno sono più affidabili degli amici. Eppure c’è ancora da gestire un esercito di grandi elettori completamente fuori controllo, che rischiano di non tenere nemmeno sul nome del fondatore dell’Ulivo Romano Prodi. Non c’è il tempo per riflettere sulla propria parabola personale, sulla voglia di gettare la spugna. Ma a un certo punto, nel “bunker” di Montecitorio, 53 giorni dopo la sconfitta elettorale, Bersani prende fiato e confida: «Un minuto dopo l’elezione del presidente della Repubblica, mi ritiro dalla corsa per Palazzo Chigi»”.