Regionali Puglia: Emiliano candidato? Sì, no, forse, Vendola…

Pubblicato il 22 Dicembre 2009 - 19:37 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola e Michele Emiliano

Acque agitate negli ambienti politici pugliesi, dopo che il segretario regionale del Pd Sergio Blasi ha annunciato la candidatura di Michele Emiliano per il ruolo di governatore. Il Pd barese ha di fatto smentito Blasi, dicendo che ha espresso la propria posizione e non quella del partito.

Poi c’è la questione Udc: Blasi ha motivato la scelta di Emiliano per allargare la coalizione a Udc e Io Sud, che avevano fatto sapere che non avrebbero appoggiato Nichi Vendola. L’Udc ha già negato che parteciperà al tavolo di confronto, come annunciato sempre da Blasi.

Da parte sua, Emiliano non nega di poter candidarsi, ma pone le sue condizioni: cioè la modifica della legge regionale che gli imporrebbe di rinunciare alla carica di sindaco di Bari prima delle elezioni.

In mezzo a questo mare di voci c’è Nichi Vendola che, pur non appoggiato dal Pd, ha fatto sapere di essere intenzionato ad andare avanti per la propria strada.

Una giornata convulsa, aperta dall’annuncio di Blasi che ha scatenato la pronta reazione del Pd barese: «Le dichiarazioni del segretario regionale del Pd esprimono un autorevole ma personale punto di vista che non può essere offerto alla coalizione prima di essere condiviso dall’Assemblea regionale del partito». Così ha parlato il segretario provinciale del Pd di Bari, Dario Ginefra.

«Michele Emiliano – sostiene Ginefra – è sicuramente tra le più autorevoli personalità della politica meridionale ma ha assunto da qualche mese un impegno con la propria comunità: quello di essere il sindaco dei baresi. Ecco perchè ritengo che l’intero gruppo dirigente debba assumersi la responsabilità di una scelta che porterebbe inevitabilmente ad elezioni anticipate il capoluogo di Regione a meno di un anno dall’insediamento del nuovo Consiglio Comunale».

«Il permanere peraltro della candidatura di Nichi Vendola, nel cui operato tanti pugliesi continuano a riconoscersi, rischierebbe – secondo Ginefra – di consegnare al centrodestra una grossa chance per ritornare al governo della Regione Puglia».

Secondo punto. Blasi ha affermato che con la candidatura di Emiliano il tavolo di confronto si sarebbe allargato anche all’Udc e a Io Sud, il soggetto politico fondato da Adriana Poli Bortone. Ma il partito di Casini ha prontamente smentito questa ipotesi. E anche Io Sud nicchia: «Sto riflettendo – ha detto il segretario regionale del movimento, Rosario Polizzi – sulla opportunità di partecipare all’incontro».

Punto terzo, la posizione di Emiliano: il sindaco di Bari non chiude la porta alla possibilità di correre per la poltrona di presidente alle prossime regionali in Puglia, ma pone una serie di questioni preliminari a ogni decisione. Prima di tutte, la legge elettorale della Regione che impone a un sindaco che intende candidarsi a consigliere o a presidente della Regione di lasciare preventivamente la guida del Comune.

Questa norma potrebbe essere abolita se il Consiglio regionale il 19 gennaio approverà un emendamento in questa direzione, presentato da alcuni consiglieri del Pd. Sulla possibilità di dimissioni anticipate Emiliano è stato chiaro: «D’Alema è stato molto corretto con me. Ha detto: “Se volete provare a vincere, dovete convincere Emiliano a candidarsi”. Però ha anche detto che non è facile chiedere a una persona che fa il sindaco del capoluogo a dimettersi per fare il candidato. In Puglia c’è questa legge assurda che fecero Fitto e Tedesco per impedire ai sindaci di candidarsi a consiglieri regionali o a presidenti. Secondo me è una legge incostituzionale».

«Io confermo – ha insistito Emiliano – che sarebbe una assurdità politica chiedere a un sindaco di lasciare il Comune da un giorno all’altro, cosa che non succede in nessun’altra regione d’Italia». Emiliano dice però di non avere «alcuna ragione personale per ambire alla candidatura alla Regione Puglia. Non capisco perchè debba andarmi a ficcare in una guerra civile con Vendola, con il mio stesso elettorato, rischiando di perdere il Comune di Bari e in più anche la Regione Puglia».

Nichi Vendola ha comunque ribadito per l’ennesima volta che non intende rinunciare alla propria candidatura, pur prendendo atto di quella che definisce una «proposta legittima da parte del Pd». «Io – ha detto Vendola – mi sento e sono il candidato. L’alternativa a me certo può esserci a condizione che sia un processo democratico a deciderlo, cioè attraverso le primarie».