Regioni, il programma di Vendola in Puglia: “Cento cantieri in cento giorni”

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 18:15 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola

Cento cantieri in cento giorni, da aprire entro dicembre nei comuni pugliesi: li promette il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), che martedì 15 giugno, nell’aula del Consiglio regionale, ha letto le dichiarazioni programmatiche.

Sessantatré pagine fitte, alcune delle quali sono state anche saltate. Un intervento durato oltre due ore. Il tempo necessario per elencare le cose fatte e, soprattutto, quelle da fare.”Siamo dentro a una svolta – dice – e non sappiamo quale sia il tragitto né quale sia la meta di un movimento planetario che ci travolge”.

In realtà, secondo Vendola, “c’è come un cono d’ombra che risucchia i vecchi vocaboli come lavoro, sviluppo, democrazia, natura, famiglia, vita, e rischia di renderci incomprensibili, e anche quando urliamo nella contesa pubblica rischiamo di diventare un rumore di fondo, come la colonna sonora della nuova Babele”.

Quindi oggi bisogna guardare alla Puglia “con l’inquietudine del momento ma anche con l’amore necessario per organizzare non un gioco di semplice difesa, ma una strategia di vero e proprio attacco”.

Per ricominciare, cioè, occorre reagire, a partire dal mondo del lavoro, che “è a brandelli”. E se potesse fare qualche domanda ai suoi colleghi di Palazzo Chigi, Vendola – confessa – vorrebbe chiedere: dove sarà la crescita? dove sarà il Mezzogiorno?

La crisi dai numeri sorprendenti può fagocitare tutto in un vortice ecco perché bisogna “progettare la Puglia che lavora, che libera la crescita” e in questo processo deve essere previsto un rapporto diverso tra sistema d’impresa e pubblici poteri, un rapporto che deve fondarsi su “processi trasparenti e su una strategia condivisa”.

Il ruolo del sindacato “sarà centrale, mai potrà essere marginalizzato”. Riconversione ecologica delle produzioni, la strategicità del lavoro giovanile e femminile, continuità nelle iniziative dirette ai processi di aggregazione delle imprese in settori e filiere. E poi il rafforzamento delle infrastrutture, di quelle portuali, di quelle ferroviarie, e aeroportuali, il tutto guardando al turismo, “incrocio di tutte le attività economiche”, all’agricoltura, alla pesca, alla riqualificazione delle aree urbane, all’ambiente.

Poi i temi cari a Vendola: l’acqua e il nucleare. L’Aqp – ribadisce – va verso la ripubblicizzazione, “l’acqua è un bene di tutti”. Il nucleare in Puglia non entrerà perché “si continuerà a lavorare – ha detto – sulle energie alternative”. Giovani, donne, immigrati, famiglie e diversamente abili compaiono nel programma di Vendola.

Poi la sanità: Vendola punta a rafforzare le reti di assistenza sul territorio e annuncia, tra l’altro, che sarà attuata una riorganizzazione dei ticket farmaceutici sulla base del numero delle ricette. Su tutto aleggia però ‘lo spettro’ di Tremonti e della manovra finanziaria: “Aleggia nella vita delle famiglie più povere, nel mondo del lavoro”, dice Vendola lasciando il testo scritto e andando a ‘braccio’.

Il rischio è che i giovani, le famiglie oggi perdano “la prospettiva del futuro”. Ecco perché, secondo Vendola, “occorre reagire”. “Contesteremo il governo, – dice – ci faremo sentire in tutte le sedi e cercheremo anche di chiarire quali sono i conti veri del federalismo per capire se sono conti che sfregiano i diritti del Sud”.