Renzi: “1000 giorni per le riforme. In Ue forti ma rispettando le regole”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Renzi: "1000 giorni per le riforme. In Ue forti ma rispettando le regole"

Matteo Renzi alla Camera (foto Ansa)

ROMA – “Portiamo in Europa un’Italia forte“. Matteo Renzi parla alla Camera alla vigilia del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Renzi ha dato un termine temporale, mille giorni, arco entro il quale poter giudicare l’efficacia delle riforme del suo governo. Renzi ha parlato anche di immigrazione, chiedendo una mano all’Europa, e ha avvisato che l’Europa non può essere vista solo come vincoli e parametri. Nonostante questo, ha assicurato che l’Italia non sforerà il tetto del 3% sul deficit rispetto al Pil. Però, ha aggiunto Renzi, l’Europa deve anche occuparsi di far calare la disoccupazione.

Semestre europeo e riforme

“All’appuntamento europeo di giovedì e venerdì L’Italia porterà la propria voce con grande determinazione e convinzione”.

“L’Italia intende presentarsi al semestre con un pacchetto unitario di riforme” che si sviluppa su un “arco di tempo sufficiente, un medio periodo politico di mille giorni: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017”.

“In questi anni abbiamo dato l’impressione come classe dirigente del paese l’idea di un’Italia che considera il paese come un luogo altro. Ma noi siamo in Europa quando usciamo la mattina di casa”, quando “ci guardiamo allo specchio”, l’Europa “non è qualcosa di altro da noi”.

“Indipendentemente dall’appartenenza politica e dal giudizio delle ultime elezioni, dobbiamo riconoscere che portiamo in Europa un’Italia forte”.

“Agli italiani e alle italiane forse è mancato non tanto l’autorevolezza ma l’autostima per sentirsi protagonisti del processo europeo”

Immigrazione

“Se dobbiamo sentirci dire: ‘Il problema non ci riguarda’, rispondiamo ‘tenetevi la vostra moneta ma lasciateci i nostri valori'”. “Non basta avere una moneta, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune, o accettiamo destino e valori in comune o perdiamo il ruolo stesso dell’Europa davanti a se stessa”.

Non si vive di soli parametri, rispetteremo regole e 3%

“Abbiamo sempre detto che rispettiamo le regole. Non è in discussione: l’abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo ma c’è modo e modo di affrontare le regole”

“Voglio proporre a voi deputate e deputati di fare di questa occasione di dibattito una opportunità perché la politica torni sempre più in Europa a sentirsi a casa propria e non sia una sorta di impedimento alle decisioni della burocrazia e tecnocrazia”.

“Non accettiamo da nessuno lezioni di democrazia o democraticità: se milioni di persone hanno votato perché l’Ue cambiasse verso abbiamo una responsabilità. La forza del nostro paese va oltre i risultati elettorali. L’Italia deve smettere di vedere nelle istituzione Ue luogo di autorizzazioni. Nessuno può autorizzarci a fare l’Italia”.

“O l’Europa è in grado di assumere la battaglia contro la disoccupazione o non ci sarà alcuna stabilità possibile”.

“L’Europa non può essere solo la terra di mezzo della burocrazia dove si vive di cavilli, vincoli e parametri”. “Milioni di giovani non sono morti perché ci attaccassimo ai parametri”

“Noi non chiediamo violare la regola 3%, a differenza di quello che fece la Germania in passato”.

“Non dobbiamo farci dettare l’agenda da un agente esterno ma dire che se facciamo le riforme non è perché ce lo chiedono ma perché le vogliamo”. Una burocrazia più semplice “non deriva dall’Ue ma dalla necessità di evitare che i cittadini quando entrano nella pubblica amministrazione debbano prendere un giorno di ferie”.