Riforma Università, Pd e Idv fanno ostruzionismo al Senato. Il voto sul ddl Gelmini slitta di un giorno

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 - 19:55 OLTRE 6 MESI FA

La riforma universitaria sarà votata in Senato il 23 dicembre: la querelle che sta andando avanti da due giorni tra maggioranza e opposizione non si è chiusa il 22 dicembre per l’ostruzionismo esercitato tra i banchi del centrosinistra. La seduta è stata già sospesa più volte dal presidente di turno a Palazzo Madama.

Verso le 18,30 la tensione è arrivata alle stelle: i gruppi di opposizione hanno contestato vivacemente la decisione della conferenza dei capigruppo di concedere soltanto un minuto a ogni gruppo parlamentare per intervenire su ogni singolo emendamento. La seduta è stata sospesa intorno alle 18,40 dal presidente di turno Domenico Nania dopo l’ennesima contestazione delle opposizioni.

Alla fine l’ostruzionismo è finito e il voto è slittato definitivamente al 23 dicembre. Lo spostamento è stato deciso dopo che hanno preso la parola la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, il suo collega dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, e il capogruppo del PdL, Maurizio Gasparri.

La Finocchiaro ha rinnovato le accuse alle procedure legislative seguite sul ddl Gelmini che hanno provocato “una torsione del procedimento”. Ha anche criticato la decisione del presidente Schifani di concedere un solo minuto per gruppo per il voto di ogni singolo emendamento. “Se davvero volessimo impaludare questa discussione – ha ammonito – siamo ben in grado di farlo. Noi invece diciamo semplicemente: lasciateci discutere questa legge con i nostri argomenti e già domani, alle 13, si può votare in diretta televisiva perché tutto il Paese possa conoscere e sapere quanto di sbagliato c’è in questo provvedimento”.

Dopo lo scontro del 21 dicembre sulle norme contestate dall’opposizione, con l’annullamento delle votazioni nelle quali la vicepresidente di turno Rosy Mauro (Lega) aveva proclamato l’approvazione di quattro emendamenti delle opposizioni, la Giunta del Regolamento di Palazzo Madama ha deciso a maggioranza di rinviare all’aula la decisione di un eventuale intervento di “coordinamento testi”. In pratica, governo e maggioranza hanno chiuso a ogni modifica del ddl che possa costringere a un nuovo passaggio alla Camera.

Intanto però Pd e Idv hanno attivato una battaglia ostruzionistica in aula nel corso delle votazioni sugli emendamenti e sugli articoli, attraverso l’escamotage della dichiarazione di voto a nome del gruppo seguita da interventi “in dissenso dal gruppo” di singoli senatori. I tempi per gli oratori di ciascuna formazione però sono contingentati, quindi l’opposizione può prolungare solo fino a un certo punto i lavori.

Se nemmeno in nottata il ddl venisse approvato, è prevista una eventuale seduta la mattina del 23 dicembre. “Certamente non siamo aiutati nella conclusione dei lavori, ma la maggioranza è solida. Forse con qualche ora di lavoro in più, il provvedimento sarà approvato”, ha assicurato il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.