Roma, protesta sotto la Regione: “Polverini mantieni le promesse, non chiudere il Santa Lucia”

Pubblicato il 29 Marzo 2011 - 16:39 OLTRE 6 MESI FA

Renata Polverini

ROMA – “Polverini-Marrazzo, stesso andazzo”, “Vergogna!, Vergogna! Ladri mascalzoni”. A gridare sono infermieri, medici, mamme, papà, anziani, ragazzini. Sono quelli dell’Istituto Santa Lucia, il centro di alta specialità neuroriabilitativa di via Ardeatina, a Roma. Urlano nei megafoni: “Non ce ne andiamo, stavolta non ce ne andiamo”, promettono.

Infatti martedì pomeriggio sono ancora lì. In gruppo invade anche una corsia della Cristoforo Colombo. Ma la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, eletta proprio un anno fa, non si vede né si sente.

Da mesi i dipendenti del Santa Lucia scendono in strada e protestano. Martedì mattina hanno trascinato tutti sotto la Regione, in via Raimondi Garibaldi. Addosso la maglietta bianca con la scritta blu: “Salviamo l’ospedale Santa Lucia”. Le più arrabbiate arrivano sotto la Regione spingendo una barella con sopra un manichino con la faccia della governatrice. Gridano nei microfoni: “Polverini ascoltaci, ricevici, incontriamoci”.

Lo aveva promesso un anno fa la Polverini, quando era andata al centro di via Ardeatina tra i malati e quando in apertura di campagna elettorale aveva indossato anche lei la maglietta bianca con la scritta blu. E quando sul suo sito faceva scrivere: “Un mio impegno, salvare il Santa Lucia”.
Solo che nel frattempo, diventata presidente, la Regione Lazio ha annunciato un bel taglio di posti letto per la specialità neuroriabilitativa (200 in tutto il Lazio contro i 325 del S. Lucia) e continua ad accumulare un debito verso l’istituto di 90 milioni di euro.

“Soldi che ci permetterebbero di andare avanti, di pagare i fornitori, di dare gli stipendi. E fa orecchie da mercante alle bocciature del Tar. Ignora la richiesta di adeguare i finanziamenti all’altezza di un centro così specializzato, un’eccellenza riconosciuta a livello normativo che attira pazienti da tutto il centro e il sud Italia”, spiega chi protesta.