“Salverò Berlusconi”: mossa di Mauro perché il Pp sia pronto per future elezioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Ottobre 2013 - 11:46 OLTRE 6 MESI FA
"Salverò Berlusconi": mossa di Mauro perché il Pp sia pronto per future elezioni

Mario Mauro (Foto LaPresse)

ROMA – “Al Senato salverò Silvio Berlusconi“. Mario Mauro, ministro della Difesa ed ex Scelta civica verso il Partito popolare, sarebbe pronto a salvare dalla decadenza il leader del Pdl, scrive Sara Nicoli sul Fatto quotidiano. Lo stesso Mauro che nel 2012 “tradì” Berlusconi passando a Scelta civica e che ora, con Angelino Alfano, prende tempo. Il nuovo Pp, che si basa sul modello del Ppe in Europa, avrà bisogno del Pdl per formare il grande centrodestra dei popolari, in cui Pier Ferdinando Casini dopo l’addio di Mario Monti arriva come nuova “spalla centrista”.

Sara Nicoli sul Fatto quotidiano scrive:

“Mauro, d’altra parte, ieri ha fatto eco a Casini sul fatto che “sul voto di decadenza di Berlusconi decideremo all’ultimo minuto”, ma la dichiarazione è servita solo a confondere le acque; il nuovo centrodestra ha bisogno di tempo per riorganizzarsi, i nuovi “popolari” sanno che non potranno fare a meno di Berlusconi, ma non lo vogliono neppure tra i piedi. Di qui la strategia che prevede, intanto, la creazione di un gruppo autonomo al Senato dove confluiranno, a partire probabilmente da martedì, i primi 12 transfughi da Sc”.

Il Fatto riporta poi la spiegazione di Gaetano Quagliariello:

“Il centrodestra vuole provare a governare il Paese da solo ed è una cosa completamente diversa dal centro. È necessaria un’aggregazione tra forze, ma sono necessarie riforme delle istituzioni e della legge elettorale senza le quali il bipolarismo non si crea”.

Il nuovo Pp con Alfano alla guida ha però bisogno di tempo per organizzarsi e il rischio che Berlusconi stacchi la spina al governo e si torni al voto troppo presto:

“Di qui la decisione di rinviare il più possibile – forse fino alla sentenza della Cassazione sull’interdizione – il voto sulla decadenza. Complice anche una parte del Pd che non vuole dare una mano a Renzi con un voto anticipato. E Pietro Grasso è di sicuro un loro esponente di primo piano”.

Marco Palombi, sempre sul Fatto quotidiano, spiega che chi da Bruxelles consigliò a Mauro l’avventura con Scelta civica, non è interessato all’ennesimo partitino di centro:

“C’è il problema che, per ereditarne i voti, bisogna trattar bene l’anziano vicino all’addio, farlo sentire amato, accompagnarlo a un dignitoso trapasso politico: il ministro montiano – che aveva definito “deriva populista” e “tragico errore” la ricandidatura del povero Silvio giusto otto mesi fa – adesso vuole ricongiungersi con l’amico Formigoni e gli altri democristiani del Pdl sotto l’egida di un Cavaliere rassegnato alla pensione.

Se quello si presenta, infatti, addio “Popolari” e addio Ppe: ai suoi amici di Bruxelles, che gli avevano “consigliato” l’avventura montiana, non interessa certo l’ennesimo partitino di centro. E così il nostro, che è uomo riservato ma pragmatico, per la causa si sottopone a lunghissimi e noiosi pranzi con Silvio e il capo congiurato Alfano; per questo s’acconcia a fare gruppo pure con gli avanzi Dc della Prima Repubblica tipo Casini”.