Sanità Puglia: ennesimo terremoto sul Pd, indagati Tedesco e Marino

Pubblicato il 21 Marzo 2012 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Due inchieste che riguardano i massimi esponenti del partito. La prima nasce dalla procura di Bari. La seconda da quella di Foggia. La prima ha come protagonista principale il senatore Alberto Tedesco, ex assessore alla Sanità. La seconda il consigliere regionale, e presidente della commissione sanità, Dino Marino. Come riporta Repubblica sono entrambi indagati, e con loro altre decine e decine di persone, per lo più dirigenti dell’assessorato e della Asl di Foggia. Sul Partito democratico pugliese, e sull’intero governo regionale di centrosinistra, sta quindi per abbattersi qualcosa che è più di una semplice bufera. Il tema è la sanità.

Tedesco è indagato con altre 44 persone nella maxi inchiesta sugli accreditamenti delle cliniche. L’ipotesi di reato è che la giunta regionale abbia concesso convenzioni a strutture sanitarie che non ne avevano i requisiti. E che lo abbiano fatto sulla base di premesse false. La giunta sarebbe però stata indotta in falso dalle strutture regionali e da alcuni assessori compiacenti, tra cui appunto l’assessore Tedesco, che invece avrebbero avuto interessi all’accreditamento della clinica. L’inchiesta parte dalla clinica Kentron di Putignano, oggetto di una lunga inchiesta del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza coordinata dall’allora pm (oggi assessore) Lorenzo Nicastro.

Assai delicata anche l’indagine che ha condotto la procura di Foggia con i carabinieri del Nas di Bari. L’indagine è coordinata direttamente dal procuratore Vincenzo Russo ed è una prosecuzione di quella che a dicembre portò agli arresti di sei persone tra medici, imprenditori e dirigenti della Asl. Scavando in quell’inchiesta – e sui computer di alcuni indagati – i carabinieri avrebbero ricostruito una rete di interessi che porta diritto al presidente della commissione sanità della Regione, Dino Marino, che per questo è stato iscritto nel registro degli indagati.

Il reato dal quale è partita l’indagine è di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale. Al centro dell’indagine ci sono una serie di forniture ospedaliere andate a imprenditori “amici”: il meccanismo era sempre il solito, con la politica che faceva pressione sui dirigenti della Asl e i funzionari che forzavano le pratiche per favorirli. Alla politica si arriva dopo che un anno fa furono arrestati due imprenditori, Raffaele Granatiero e Nazario Di Stefano, il tecnico Giovanni Bruno e Vincenzo Nuzziello, noto imprenditore foggiano e fratello del consigliere regionale Anna Nuzziello. Oggetto dell’indagine era una gara d’appalto deliberata nel 2008 per l’acquisto di attrezzature sanitarie che servivano a marchiare i ferri delle sale operatorie degli ospedali di Manfredonia, Cerignola, San Severo e Lucera, per renderli sempre riconoscibili in caso di furto.