Scontri a Roma, il capo della polizia Manganelli: “Paese instabile, polizia supplente”

Pubblicato il 16 Dicembre 2010 - 09:34 OLTRE 6 MESI FA

Manifestanti e agenti vicini, che non si infastidiscono a vicenda, ma che sembrano uniti contro un nemico comune. Una solidarietà insolita, che ha colpito chi ha visto le foto degli scontri a Roma, quelli del 14 dicembre. Mistero subito svelato: si tratta, come spesso accade in contesti ad alta tensione, di agenti in borghese. Lo dice il capo della Polizia Manganelli alla giornalista dell’Unità che lo ha intervistato, Claudia Fusani.

“Durante gli scontri seguiti al voto di fiducia in parlamento c’erano molti colleghi in borghese” – dice Manganelli – non solo della Guardia di Finanza ma anche di altri corpi di polizia, mimetizzati tra i manifestanti e vestiti a loro volta con felpe, cappucci, anche caschi”. Il capo della polizia difende quindi il lavoro degli agenti, che si mimetizzano nei cortei per controllare i manifestanti da dentro e per evitare che la situazione degeneri in tragedia.

Respinge l’ipotesi ventilata da alcuni quotidiani: nessun infilitrato che fosse lì per provocare gli scontri. Intervistato da Claudia Fusani dell’Unità, Manganelli dice di più: “Le tensioni nel paese sono in forte crescita e in questo quadro di instabilità politica ed economica le forze dell’ordine sono chiamate ad un improprio ruolo di supplenza”. Dice proprio così: paese instabile, polizia supplente. “Per quanta stima si possa avere della persona di Manganelli non è mai un bel momento, per usare un eufemismo, quello in cui la polizia è costretta a fare da supplente alla politica”, scrive nel suo editoriale il direttore del quotidiano, Concita De Gregorio.

”Rifiuti, Fiat, aziende che chiudono, tanti sono i focolai di tensione”, osserva Manganelli. Ma perchè, si chiede, ”i rifiuti di Napoli devono diventare un problema di Polizia? Semmai è di pulizia”. Per il prefetto ”è chiaro che c’è un problema che va al di là del quadro politico italiano. Madrid, Londra, Atene, le grandi capitali si incendiano”. Tuttavia ”è altrettanto chiaro che tensioni e instabilità politica ed economica costringono le forze dell’ordine a svolgere una sempre più difficile attività di supplenza”.

“Un superlavoro – aggiunge – richiesto a chi tra l’altro è pagato sempre meno”. Manganelli boccia ogni ipotesi di infiltrazione alla manifestazione di Roma. C’era, semmai, ”personale in borghese lungo il corteo” per monitorare la piazza. Sui responsabili, ”bisogna ancora capire quale effettivamente erano le categorie in piazza. Anarchici, studenti, molti arrivati da fuori, dalle città del nord, più o meno organizzati. Volevano sfondare e sfasciare. Abbiamo visto momenti di violenza inaudita e gratuita, autentica rabbia”.

Manganelli allarga la prospettiva. La polizia, pagata sempre meno, svolge  questo delicato ruolo di supplenza in mille contesti: i rifiuti a Napoli, le tensioni alla Fiat, le aziende che chiudono. Questioni politiche ed economiche, che spesso le forze dell’ordine affrontano sole e in prima linea laddove la politica ha fatto un passo indietro.