Stato-mafia, Messineo: “Distruggeremo le intercettazioni di Napolitano”

Pubblicato il 16 Gennaio 2013 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA
Stato-mafia, Messineo: “Distruggeremo le intercettazioni di Napolitano” (Giorgio Napolitano – Foto LaPresse)

PALERMO – “E’ ovvio che distruggeremo al più presto le intercettazioni su Giorgio Napolitano“. Francesco Messineo, procuratore di Palermo, lo assicura dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dato parere favorevole al ricorso di Napolitano. La distruzione dei documenti avverrà con la massima riservatezza, assicura la Procura di Palermo, durante un’udienza riservata e sotto il controllo di un giudice.

Messineo ha dichiarato: “E’ ovvio che daremo esecuzione alla sentenza della Consulta nei termini enunciati dal dispositivo e invieremo al gip la richiesta di distruzione delle intercettazioni. La distruzione, come indicato dalla Corte, avverrà con la massima riservatezza, in un’udienza riservata e sotto il controllo del giudice. La macchina si è messa in moto ci sono adempimenti formali da osservare ma assicuro che tutto verrà fatto con la massima sollecitudine”.

Il procuratore di Palermo parla poi di “sentenza innovativa” da parte della Corte costituzionale, perché “costruisce un percorso interpretativo non riferito a singole norme ma proiettato nel sistema costituzionale nel suo complesso”. “Il principio finale che è quello dell’esigenza di proteggere le conversazioni del capo dello Stato anche dalle intercettazioni occasionali – spiega Messineo – . Sulla base delle norme positive non era facile individuare questa soluzione: tant’è vero che la Consulta si è mossa nella scia di un complesso di norme e principi”.

Poi il procuratore aggiunge: “La Corte Costituzionale ha riconosciuto la correttezza dell’azione della Procura nella effettuazione delle intercettazioni e della loro registrazione: i giudici danno atto che non si può vietare un fatto occasionale, troncando cosi’ ogni dubbio sul carattere involontario dell’intercettazione. Va riconosciuto, dunque che la Procura non ha violato norme individuali di legge”.

Messineo ha poi concluso: “Non credo che la sentenza della Corte Costituzionale comporti un rischio per l’equilibrio dei poteri dello Stato”. Secondo il magistrato ”la Corte Costituzionale, che è garante dell’equilibrio tra i poteri dello Stato, ha semplicemente individuato certi assetti che non comportano rischi possibili. In un teorico bilanciamento di interessi evidentemente, alla luce dei principi della Costituzione individuati, la Corte ha assegnato una tutela preminente all’istituzione del presidente della Repubblica”.