Tagli stipendi parlamentari, Camera rinvia. Di Battista: “Gentaglia ignobile”

Stipendi parlamentari, Camera rinvia legge. M5S: "Noi Davide contro Golia"
Stipendi parlamentari, Camera rinvia legge. M5S: “Noi Davide contro Golia”

ROMA – Torna in commissione il testo M5S sul taglio dello stipendio ai parlamentari. Con uno scarto di 109 voti la maggioranza ha votato per il rinvio. Una mossa che il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, spiega così:

“Noi abbiamo provato a costruire un merito con la credibilità di chi ha cancellato 468 milioni di rimborsi all’anno ai partiti, 300 milioni della Camera. Ma voi non volete discutere veramente. A voi fa comodo questo sistema: quando le cose non funzionano e si può urlare vi sta bene e poi questo sistema nella opacità alla fine fa sì che i parlamentari del Pd prendono lo stesso stipendio di M5S. Voi – accusa – i soldi non li tenete ai partiti e dove li conservate non lo sappiamo”. La verità, sostiene Rosato, è che “volete questo provvedimento ora in calendario solo per potere motivare il no al referendum. Noi vogliamo ridurre i parlamentari, rendere il sistema più efficiente e non più economico”. Infine una stoccata a Beppe Grillo, che segue i lavori in tribuna del pubblico. “Noi abbiamo adattato la nostra agenda a Grillo. Ma vada anche al Campidoglio a parlare di consulenze e di costi inutili. Bisogna saper governare ed essere onesti con i propri elettori”.

M5S ovviamente protesta contro il rinvio.

“Siamo Davide contro Golia ma non molleremo di un centimetro! Viva la Repubblica viva la sovranità popolare”. Così il deputato M5S Alessandro Di Battista agli attivisti M5S, circa un centinaio, venuti a Montecitorio per attendere l’esito del voto. La piazza urla: Onestà, onestà e Di Battista annuncia: “Fino al 4 dicembre si va avanti, saliremo sui treni per difendere quei brandelli di sovranità popolare che ancora resistono”.

Questa è gentaglia che non conosce il valore della democrazia. Sono ignobili”, dice ancora Di Battista. Per questo sono “indignato. Spero che sia l’ultima volta che avremo il dispiacere di vedere questa gentaglia all’opera. Non hanno nemmeno un briciolo di coraggio, rinviano in commissione” aggiunge il deputato secondo il quale “è la sovranità popolare che è in pericolo” perché, dice, questa “è una legge che volevano i cittadini”.

Cosa contiene la proposta M5S? A firma Roberta Lombardi la legge ufficialmente battezzata da Grillo vuole portare la retribuzione mensile dei parlamentari a 5.000 euro lordi (dodici mensilità). Cui si aggiungerebbero, sempre secondo la legge M5S, 3.500 euro di possibili rimborsi mensili per spese viaggi, soggiorni per coloro, tra i parlamentari, che risiedono fuori Roma. Cui si aggiungerebbero, sempre secondo la legge M5S, 3.690 euro per le spese di mandato e la retribuzione di collaboratori. Quindi cinquemila lordi più 3.500 netti di rimborso spese più 3.690 di plafond per spese di mandato. Fanno alla grossa 10.500 netti mensili a parlamentare (i cinquemila lordi tassati valgono circa 3.500 netti). Tra i dieci e gli undicimila euro netti a fronte però di una completa tracciabilità dei settemila circa erogati a titolo rimborsi o plafond. Tra i dieci e gli undicimila netti a parlamentare a fronte degli attuali 14/15 mila netti percepiti e sempre più o meno ripartiti sulle tre voci: stipendio vero e proprio, rimborsi, indennità.

 

 

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