Parlamentari, stipendio dimezzato? “Come si fa a vivere con 5mila euro lordi?”

Pubblicato il 21 Marzo 2013 - 11:49| Aggiornato il 27 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Grillo propone di ridurci lo stipendio a 5 mila euro lordi. È impossibile, a meno che non andiamo a dormire in un sacco a pelo. Oppure possono ospitarci i grillini a casa loro…”. Antonio Razzi non riesce neanche a immaginare come si possa vivere con 5mila euro lordi al mese. Eppure è proprio quello che Beppe Grillo propone: “Io già vado a dormire in un albergo a una stella che ha appena appena il bagno. Mi adatto perché vengo dal mondo operaio, altrimenti non mi rimane una lira. Ma chi è stato imprenditore come fa?”. E non è l’unico onorevole a farsi questa domanda, l’angoscia serpeggia in Transatlantico, come scrive Repubblica:

Il confine tra sacrosanta austerity e demagogia spinta è sottile. Rincorrere Grillo praticamente impossibile. Lo sa Gianfranco Rotondi, capofila di chi sembra rassegnato allo tsunami dell’antipolitica: “Possiamo anche dimezzarci lo stipendio – sorride il democristiano convertito al berlusconismo – ma sarà sempre troppo poco. Dobbiamo prima riconsacrare il Parlamento, poi parliamo della retribuzione”. L’ex ministro, in verità, la prende con ironia: “Cinquemila lordi? Non ho più questo problema. Berlusconi non ha ricandidato i miei amici De Luca e Cutrufo, che versavano tremilacinquecento euro al mese alla Dc. Ora l’onere è tutto mio, sono deputato a titolo gratuito. Quando finirò di pagare vi dirò come si campa con cinquemila euro lordi al mese…”. Quando nomini Grillo, il deputato democratico Beppe Fioroni si irrigidisce. E prova a ribaltare i termini del problema, partendo dall’autoriduzione annunciata dai presidenti delle Camere: “Li invito a prendere in considerazione le indennità aggiuntive dei deputati, per vedere se è il caso di tagliarle: segretari di presidenza, commissioni, vicepresidenze”. E se invece la ghigliottina calasse sui peones, senza distinzioni: “Io faccio il medico, opterei per il mio stipendio. Sempre che non cambino la legge”.

L’unica che non sembra temere la mannaia a cinque stelle è la giovane deputata Pd Marianna Madia: “Io sono d’accordo, ma è riduttivo parlare di una sola voce. Spero ci sia trasparenza anche sulle indennità di funzione. La nostra proposta è di equiparare l’indennità a quella dei sindaci”.