Mafia, Club della libertà. Tatafiore a Fini: “No alla ricerca del facile consenso, ma parli dei successi del governo”

”La ricerca del facile consenso, il dover puntualizzare a tutti i costi, non sono sinonimi di buona politica. Tirare fuori la questione di Mangano, come hanno fatto Generazione Italia e Gianfranco Fini in occasione della commemorazione di Paolo Borsellino è fuorviante e insensato. Il caso, come più volte spiegato da Marcello Dell’Utri, è noto: a Vittorio Mangano, condannato in via definitiva per mafia e malato in carcere, vennero offerti i benefici carcerari dei pentiti a condizione che indicasse come persone vicine alla mafia Silvio Berlusconi e Dell’Utri stesso”.

E’ quanto scrive Piero Tatafiore, portavoce dei Club della Libertà, associazione presieduta da Mario Valducci. ”Mangano – prosegue – non fece mai questi nomi, poiché non erano in alcun modo coinvolti con la mafia e morì di cancro in carcere. L’Italia è piena di pentiti funzionanti come un juke-box: un beneficio per una dichiarazione. A volte questi pentiti sono diventati eroi. Altre volte si sono rivelati inattendibili, causa di aberranti errori e indicibili dolori, come nel caso di Enzo Tortora.

Invece di concentrarsi su quella di Mangano che è un’evidente provocazione, il Presidente della Camera avrebbe potuto sottolineare i successi nel campo della lotta alla criminalità del governo e della maggioranza che lo ha eletto e di cui dice di far ancora parte. Nel 2009 sono stati arrestati 18 tra i 30 latitanti più pericolosi e nel 2010 altri 6 sono stati assicurati alla giustizia”.

”Credo – conclude – che questi numeri rappresentino il miglior modo per rendere omaggio a Paolo Borsellino. Altro che Mangano”.

Gestione cookie