Sanitopoli Puglia, Tedesco accusa i giudici: “Io e Vendola, stesso reato, trattamento diverso”

Pubblicato il 4 Marzo 2011 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA

Alberto Tedesco

BARI – Il senatore del Pd Alberto Tedesco denuncia che siano stati usati due pesi e due misure su lui e Nichi Vendola: l’ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla sanitopoli regionale, ha accusato la mafistratura barese di aver riservato un altro tipo di trattamento al governatore. Le parole di Tedesco sono state riportate da Gian Marco Chiocci sul Giornale: “La fattispecie del reato era pressoché identica e i fatti contestati erano sovrapponibili al 90 per cento.Evidentemente c’è un atteggiamen­to diverso da parte dei procuratori, e fran­camente non riesco a capire perché”.

In pratica, i giudici titolari dell’inchiesta avrebbero “valutato in modi diversi episo­di praticamente identici evidenziati dalle informative dei carabinieri”.

La vicenda esa­m­inata, sèiega Chiocci, “riguardava una rimozione e una no­mina nella Asl di Lecce. E i pm avevano ini­zialmente contestato a Tedesco la concus­sione, mentre su Vendola, che a quei «mo­vimenti » diede il suo assenso, non imputa­no che un legittimo, seppur criticabile, spoil system . Poi cambiano i reati, viene contestato l’abuso d’ufficio e non la con­cussione”. Ma quasi in contemporanea, prosegue l’articolo, “per quell’episodio nella Asl salentina Vendola viene archiviato dal gip Di Paola, mentre un altro gip, De Benedictis, appunto, ritie­ne sussistenti i gravi indizi di colpevolezza”.

Tedesco ha sottolineato di aver “mollato” Vendola già da prima, da quando cioè il governator non lo ringraziò per l’aiuto offerto dal senatore durante la campagna elettorale delle regionali: “i miei rapporti si sono inter­ro­tti improvvisamente il giorno dopo la rie­lezione di Vendola a governatore della Pu­glia, dopo che ho fatto per la seconda volta la campagna elettorale per lui, esprimen­domi a suo favore, anche interloquendo di­rettamente con il presidente D’Alema che non era convinto di questa ricandidatura”. Non è infatti un mistero, spiega Chiocci, che D’Alema fosse quantomeno riluttante all’idea di ricandidare Vendola.