«Chi dice a Cicchitto che è un piduista lo diffama? Sarebbe come se uno scout si sentisse diffamato perché gli dai dello ‘scout’. Ognuno si iscrive ai circoli ricreativi che vuole…». Lo ha detto Marco Travaglio a margine della presentazione del libro “Il Caso Genchi, storia di un uomo in balia dello Stato”.
Travaglio ha parlato anche degli interventi fatti in aula dopo il ferimento di Berlusconi: «In Parlamento ormai si fanno liste di proscrizione di giornalisti e magistrati, facendo nome e cognome di chi è considerato un pericolo». I nomi nel mirino dei politici, osserva Travaglio, «si possono contare sulle dita di una mano di un monco, perché ormai sono rimasti in pochi. Questo vuol dire che il più ormai è fatto…». In particolare, ha concluso Travaglio, «si possono fare nomi e cognomi dei magistrati» non graditi «perché ormai la maggior parte della magistratura è già stata zittita, oppure è talmente intimidita che ha paura di reagire».