Tuc: così il Pdl vuole azzerare le tasse sulla prima casa (Imu, Tasi, Trise)

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 11 Novembre 2013 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA
Tuc: così il Pdl vuole azzerare le tasse sulla prima casa (Imu, Tasi, Trise)

Tuc: così il Pdl vuole azzerare le tasse sulla prima casa (Imu, Tasi, Trise)

ROMA – Tuc, Tributo Unico Comunale: è l’ultima sigla, ma quasi sicuramente non sarà l’ultimo atto della vicenda tragicomica della tassa sulla casa.

In principio era l’Ici, poi venne l’Imu, tassa maledetta ma irrinunciabile se è vero che, dopo averla abolita (e neanche ancora del tutto) il governo Letta ha tirato fuori dal cilindro la Service Tax, la Tares, la Tari, la Tasi, la Trise: mille sigle, un unico obiettivo: assicurare ai comuni gli incassi che provenivano dall’imposta sugli immobili senza che nessuno in platea possa urlare che “hanno reintrodotto l’Imu!”.

In questa direzione va l’idea Tuc, contenuta in un emendamento del Pdl alla Legge di Stabilità. Lo ha presentato Antonio D’Alì, che è anche uno dei due relatori della “manovra” in commissione Bilancio, quindi è personaggio di un certo peso. Cos’è il Tuc? Prova a spiegarlo Repubblica:

“Dal 2014 arriva il “Tuc”, il Tributo unico comunale, in sostituzione dell’Imposta municipale propria (Imu) e della Trise (tributo sui servizi) […] avrà una misura massima del 10,6 per mille della rendita catastale da applicare agli immobili anche a copertura dei servizi comunali indivisibili (le attività che non vengono offerte “a domanda individuale”, dall’illuminazione pubblica alla sicurezza, dall’anagrafe alla manutenzione delle strade). L’emendamento prevede anche la riduzione della rivalutazione delle rendite catastali di 10 punti per ogni categoria sia per il 2014 che per il 2015.

Il Tuc ha due componenti: da un lato sostituisce quella immobiliare dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e le relative addizionali dovute per i redditi fondiari relativi ai beni non locati (le rendite degli immobili di proprietà), e l’imposta comunale sugli immobili (l’ex Imu); dall’altro, per la parte dei servizi, i costi relativi alla gestione dei servizi indivisibili.

Come si arriva al 10,6 per mille? Con il Tuc, che riscrive la tassazione immobiliare, si stabilisce che la componente patrimoniale del tributo unico è corrisposta dai proprietari a qualsiasi titolo nella misura massima dell’8,1 per mille per anno, ma non è dovuta per le prime case e per i terreni agricoli e fabbricati rurali. Il pagamento del Tuc dovrebbe avvenire in tre rate entro il giorno 16 dei mesi di aprile, agosto e dicembre. Un ulteriore 1,5 per mille è dovuto da tutti gli utilizzatori – a qualsiasi titolo – degli immobili; nel caso gli utilizzatori fossero anche i proprietari dovrebbero corrispondere un ulteriore 1 per mille. L’aliquota dell’1 per mille, così come quella dell’8,1 per mille, non è dovuta per prime case, dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali.

Ma Tuc è l’ultima tappa di un tortuoso cammino che è bene ricordare:

DA TARSU A TARES: La Tarsu, o tassa sui rifiuti solidi urbani, è stata quest’anno affiancata e, in parte sostituita, dalla Tares, la nuova tariffa comunale sui rifiuti e sui servizi. Quest’ultima, appunto, avevano l’obiettivo di far pagare i cosiddetti ”servizi indivisibili” dei comuni (come la luce pubblica, la manutenzione delle strade, ecc.). Ma scomparirà a fine anno.

TRISE: Il Tributo sui Servizi comunali è l’erede dell’Imu e insieme della Tares. Inizialmente definita service tax, servirebbe a pagare finanziare i comuni nella realizzazione dei servizi. Ma, a lungo identificata come service tax, è stata per una notte chiamata Taser – tassa sui servizi – scegliendo però involontariamente lo stesso nome delle pistole elettriche utilizzate dalla polizia Usa per immobilizzare, proprio con l’elettroshock, i malviventi in fuga. Il cambio di nome è stato repentino: Trise significa tributo sui servizi comunali. Ed è articolato nella Tasi e nella Tari.

TARI: È la componente della Trise che copre il costo della raccolta dei rifiuti, come nel passato la Tarsu.

TASI: È la componente della Trise che riguarda i servizi: sostituisce sia l’Imu, sia la parte sui servizi indivisibili. Per questa è pagata non solo dai possessori ma anche – in modo percentualmente inferiore – dagli inquilini. Verrà modificata certamente con l’introduzione di detrazioni.

TUC: E’ l’ultimo nato negli acronimi. Per il momento e’ solo una proposta del relatore Pdl alla legge di Stabilità. Vorrebbe sostituire la Trise (per quanto riguarda rifiuti e servizi indivisibili) ma anche la ”componente immobiliare l’Irpef” che oggi si paga sulle case sfitte o su quelle affittate ma senza cedolare secca.

Critiche al Tuc sono già arrivate da Scelta civica, per bocca di Enrico Zanetti, vicepresidente della Commissione Finanze

“Il TUC, Tributo Unico Comunale, con cui il PDL intende ridisegnare la fiscalità immobiliare, è poco più che un rimescolamento, con vantaggi e svantaggi, della TRISE che il Governo aveva partorito per fare finta di creare una service tax sostitutiva di TARES e IMU prima casa. Ha però un pregio innegabile: è del PDL. Se responsabilità impone di cercare di evitare il ridicolo verso cui stiamo scivolando, provocatoriamente mi verrebbe invece da caldeggiarne l’accoglimento così come proposto dal PDL. Così – spiega Zanetti – quando tra qualche mese la gente si accorgerà di pagare nella maggior parte dei casi come prima e in alcuni casi addirittura più di prima, per finanziare l’abrogazione del prelievo sulla prima casa anche a quel 20-30% di proprietari ai quali si poteva far pagare qualcosa, potrà finalmente prendersela con il PDL e le sue brillanti sentinelle anti tasse che hanno messo in piedi questa roba qua, dopo un anno passato ad approfittarsi elettoralmente dei sacrifici che gli italiani hanno dovuto fare dopo la loro precipitosa fuga e il cerino lasciato in mano al Governo Monti. Lunga vita al TUC del PDL”.