Nudo sul Giornale, Vendola contro “il metodo Boffo” e lancia la Bindi: “Candidiamola”

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 09:02 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola

ROMA- Il Giornale sbatte in prima pagina una foto di Nichi Vendola nudo e il governatore pugliese risponde con un’intervista a Repubblica a quello che definisce “metodo Boffo” usato contro di lui. Mostrare un’immagine datata 1979, recuperata da un viaggio in campeggio in Calabria, per Vendola è ”una chiamata in correità per dire che siamo tutti colpevoli e quindi tutti da assolvere”.

Il governatore si dice ”molto gratificato” dal subire ”lo stesso trattamento riservato a Boffo, Mesiano, Marcegaglia e Boccassini. Ciclicamente tocca anche a me” e l’obiettivo di questi attacchi è quello di dimostrare che ”Berlusconi non è pulito ma siamo tutti luridi”. Così”scatta la macchina del fango che cerca di mettere sullo stesso piano la rivendicazione della propria libertà e dignità con l’intangibilità e il sottrarsi al controllo di legalità”.

“Mi dispiace per Sallusti: la foto virtuale di Berlusconi nel suo harem di escort, stelline vogliose di carriera, adolescenti in cerca di scorciatoie non può essere comparata alla foto di un corpo nudo che passeggia sulla spiaggia durante un campeggio naturista”, precisa.

Poi continua: ”Berlusconi pensa per sé, alla sacralità del corpo tipica del sovrano medioevale”. Vendola non fa mistero del suo giudizio sull’ambiente in cui sono maturati gli scandali che interessano il premier e afferma che ”Ruby e le altre sono un pezzo di generazione definita dai sociologi quella del ‘lavoro mai’. Il più grande crimine sociale del berlusconismo”.

Infine, il governatore è disponibile ad una ”coalizione d’emergenza democratica” per occuparsi della riforma elettorale, del conflitto di interessi e ”poi ognuno per la sua strada” e lancia Rosy Bindi per guidare un governo nato da questa coalizione, che comprenderebbe Fli, ma non i leghisti, “elemento centrale del degrado civile del paese”. Poi conclude: ”Dobbiamo cacciare una classe dirigente di amici e sodali di dittatori mafiosi, ruffiani, una corte dei miracoli segnata dall’antropologia dei lelemora e dei fabriziocorona”.