Vitalizi ex parlamentari non si toccano. La Casta cieca che perde se stessa

di Lucio Fero
Pubblicato il 12 Dicembre 2017 - 10:11 OLTRE 6 MESI FA
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Vitalizi, la legge per abolirli è stata cancellata dalla manovra (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Vitalizi agli ex parlamentari non si toccano. Il tentativo di inserire la loro abolizione nella legge di Bilancio è stato respinto dalla competente Commissione Parlamentare. Ed è una decisione formalmente corretta: non c’entrano i vitalizi degli ex parlamentari con la legge di Bilancio. Anche se costano 215 milioni l’anno non c’entrano. Ma la motivazione della non attinenza legislativa per tenersi intatti i vitalizi è un must di ipocrisia farisaica e insieme la prova provata che esiste e persiste una Casta cieca che perde se stessa.

Francesco Boccia parlamentare del Pd (sia detto per inciso spesso molto critico verso Renzi e ai tempi molto vicino ad Enrico Letta) ha detto per spiegare: “La legge di Bilancio è stata fatta per semplificare, non complichiamo con riforme ordinamentali, se lo facciamo non rendiamo un servizio al paese”.

Non complichiamo? Ma c’è nell’onorevole Boccia e nei tanti che la pensano come lui in Parlamento la percezione di come vengono ascoltate le sue parole se ancora qualcuno le ascolta? Il paese tutto, non solo quello dei blog e dei pubblici a gettone nei talk show tv, capisce solo che circa 2.600 tra ex parlamentari e ex consiglieri regionali si sono tenuti stretto un privilegio intollerabile. Con la complicità attiva degli attuali parlamentari. Che vanno anche in giro a dire, tipo Boccia, che è giusto e utile così.

Intollerabile privilegio il vitalizio. Più di una giusta pensione, calcolato secondo parametri non legati ai contributi versati, percepito prima di ogni età pensionabile. Intollerabile privilegio e basta. Che giustamente era stato abolito dalla Camera che aveva approvato una legge in tal senso firmata Richetti del Pd e votata da M5s a seguito di una delle rarissime intese tra Pd e M5S.

Voti favorevoli all’abolizione del vitalizio trasformato e ricalcolato in pensione (quindi sensibilmente ridotto) 348.Contrari 17, astenuti 28. Era il 26 luglio 2.017, sembrava fatta. Sembrava perché la resistenza, il sabotaggio alla legge erano occulti, nascosti ma forti. Eccome se forti. Partivano le associazioni degli ex parlamentari in nome dei diritti acquisiti. Spuntavano i dubbi come funghi più o meno artificiali: e se non fosse costituzionale, e se la retroattività viene bocciata dalla Consulta? Partivano perfino le fake news stavolta fabbricate a vantaggio dei vitalizi: se li levano agli ex parlamentari poi possono toccare tutte le pensioni in essere.

Balle ovviamente e comunque quanto ai diritti acquisiti (che nella realtà non sono acquisiti mai e considerarli tali in ogni circostanza è sempre e per chiunque rivendicare un privilegio, il privilegio di mantenere intoccabile la propria roba qualunque cosa accada e accada agli altri) sono stati toccati per i pensionandi tutti nel 2.011 e non si possono toccare per gli ex parlamentari?

Ed ecco quindi che piano piano ma ineluttabilmente l’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari si arenava al Senato, veniva spinta nei tombini della legislatura. Scientemente e in maniera doppiamente suicida dagli attuali parlamentari. Suicida perché conferma la totale imperizia politica di un ceto neanche dirigente. E suicida anche perché gli attuali parlamentari il vitalizio non l’hanno e non lo avranno, per loro è stato abolito nel 2.012 e sostituito da una pensione.

Ma se non l’interesse immediato l’istinto di Casta li ha portati a proteggere i 2.600 e passa fratelli maggiori. E a praticare il massimo possibile dell’autolesionismo elettorale. Qualcuno, soddisfatto, è riuscito anche a sussurrare un : abbiamo sconfitto Renzi e M5S che volevano questa legge populista. Qualcuno, più d’uno di una Casta cieca e inguaribilmente sciocca.