Indagine sull’assalto alla flottiglia, Israele dice no alla proposta Onu

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 08:07 OLTRE 6 MESI FA

Benjamin Netanyahu

Riunione conclusa senza nessun annuncio alla sua conclusione,  Gerusalemme continua a evitare un’inchiesta internazionale sul blitz alla flottiglia Mavi Marmara. Il Consiglio di Difesa israeliano ha discusso la proposta del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon di condurre un’indagine multinazionale sul blitz alla nave di attivisti Mavi Marmara, conclusosi con nove morti e decine di feriti.

Se il premier Benyamin Netanyahu ha avuto contatti telefonici con il vice-presidente americano Joe Biden, con il presidente francese Nicolas Sarkozy e con l’inviato speciale del Quartetto, l’ex premier britannico Tony Blair, da più parti vengono le pressioni perché lo stato ebraico cambi la sua posizione.

Nella telefonata con Netanyahu, Sarkozy ha esortato Israele ad accettare un’inchiesta “credibile e imparziale”. E lo stesso hanno fatto il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner e il suo collega britannico William Hague, che ieri si sono visti a Parigi. Kouchner ha inoltre messo sul piatto una nuova iniziativa. Per evitare che si ripetano eventi come il blitz dello scorso lunedi e per porre fine ad una situazione umanitaria a Gaza ormai diventata “insostenibile”, Parigi proporrà di affidare alla Ue il controllo dei convogli umanitari: sia quelli via terra al valico di Rafah, sia quelli via mare.

Israele si è sempre detto pronto a rivedere le modalità del blocco di Gaza e a facilitare il transito di merci nei suoi valichi, ma a condizione che i dirigenti di Hamas consentano in cambio alla Croce Rossa internazionale di visitare Ghilad Shalit, il soldato prigioniero a Gaza da quattro anni. Sui fatti dello scorso lunedi, Ban propone che l’indagine sia condotta dall’ex premier neozelandese Geoffrey Palmer e che includa rappresentanti di Turchia, Israele e Stati Uniti. Ma nella serata di domenica, prima dell’inizio della consultazione, sia il premier Benyamin Netanyahu sia il ministro degli esteri Avigdor Lieberman hanno espresso la loro opposizione di massima. E in una intervista alla Fox News, l’ambasciatore israeliano a Washington Michael Oren è stato esplicito: “Siamo contrari all’inchiesta internazionale”, ha detto. Al tempo stesso nel governo di Netanyahu c’é chi ritiene che proprio un’indagine multinazionale potrebbe venire utile a Israele che insiste per verificare in che misura il governo turco abbia appoggiato la missione della Ong Ihh sulla nave Marmara diretta a Gaza. Ieri, nella seduta di governo, Netanyahu ha detto che a bordo della nave c’era un gruppo omogeneo, salito a bordo da un porto diverso da quello degli altri passeggeri, senza sottoporsi a ispezioni, ben equipaggiato e “fermamente deciso” a ricorrere ad una violenza organizzata. Sulla stampa, d’altra parte, viene scritto che sulla Marmara c’erano apparecchi di trasmissione “degni di un servizio di intelligence di un Paese importante”. Lieberman, da parte sua, ha ribadito che la Ong turca Ihh “mantiene contatti con i separatisti ceceni”.

“Sarà dunque lecito chiedere dov’erano le autorità turche” quando la nave é salpata, ha osservato. Ieri in serata il governo israeliano ha ordinato l’espulsione in aereo verso l’Irlanda di undici passeggeri della ‘Rachel Corrie’, la nave con aiuti umanitari intercettata ieri dalla marina israeliana, senza incidenti, a 20 migliaia dalla costa di Gaza. Fra gli espulsi ci sono Mairead Maguire, un Premio Nobel per la pace, e Dennis Halliday, un ex consigliere del Segretario generale delle Nazioni Unite. In precedenza erano stati espulsi verso la Giordania altre sette persone, di nazionalità malese.