La Cina punta sulla trasparenza e apre alla stampa la scuola del partito comunista

Pubblicato il 1 Luglio 2010 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA

Mao Tse Tung

E’ la parola ”trasparenza” quella più usata oggi in Cina, in occasione dell’89esimo anniversario della fondazione del Partito comunista cinese. E per l’occasione, stamattina porte aperte ai giornalisti alla scuola centrale del partito, dove si formano i quadri e dirigenti del partito, che guidano il paese.

Non solo: proprio per mostrare questa nuova politica della trasparenza, il partito si e’ adoperato ad organizzare una conferenza stampa collettiva dei portavoce dei diversi dipartimenti del partito, creare siti internet con documenti e scritti sul partito e sul comunismo, avviare chat per discutere del partito e del comunismo.

Per la prima volta, una sessantina di giornalisti tra cinesi e stranieri ha varcato la soglia della scuola del Partito comunista cinese che ha formato i vertici del paese, situata nella parte nordoccidentale di Pechino e sulla quale aleggia da sempre un velo di mistero. Due ore di tour guidato attraverso il campus, le aule, il dormitorio, la palestra e la mensa, interrogando studenti e professori.

”In passato, la scuola non ha interagito molto col il mondo esterno – ha ammesso Li Baosheng, il vice presidente della scuola – e questa e’ un’attitudine che dobbiamo cambiare”. Per Baosheng, ”il sistema del nostro partito dovrebbe aprirsi di piu’ al mondo, in quanto il partito esiste per servire il popolo e non ha nulla da nascondere”.

La scuola e’ stata aperta nel marzo del 1933 come Scuola di Marxismo e Comunismo, con Mao Zedong preside. Anche l’attuale presidente cinese, Hu Jintao e’ stato preside della scuola, ruolo ricoperto attualmente dal vice di Hu, Xi Jinping. Oltre 60.000 i funzionari del partito usciti dalla scuola dopo aver studiato marxismo, principi del partito, fondamenti della teoria politica occidentale, economia, legge, affari religiosi e militari. Ed erano undici i portavoce di altrettanti dipartimenti del partito comunista cinese che hanno incontrato, per la prima volta, un centinaio di giornalisti cinesi e stranieri per parlare dello stato del partito e del paese.

La questione piu’ richiesta soprattutto dai giornalisti stranieri, e’ stata sulla trasparenza, su quanto quest’apertura resisterà nel tempo. I portavoce hanno assicurato che sarà un appuntamento fisso e l’apertura rimarrà. Smentita l’opinione che i cinesi chiedano di iscriversi al partito solo per avere potere e perseguire i loro affari.

”Proprio nell’ottica della trasparenza – ha spiegato il portavoce del dipartimento degli affari interni – dal mese di agosto abbiamo bloccato oltre 5800 funzionari incriminati di aver preso soldi in cambio di favori soprattutto nel settore delle costruzioni”. E se i cittadini non vanno dal partito, il partito va dai cittadini. Per questo, il Giornale del Popolo ha annunciato l’apertura della prima chat room sul comunismo, nella quale si potrà discutere di tutto, assicurano i fondatori, senza riserve.

Online anche un sito sul quale sono state pubblicate tutte le opere dei padri del comunismo come Marx, Lenin e leader cinesi come Deng Xiapoing e Jiang Zemin. Il Partito Comunista Cinese e’ stato fondato il primo luglio del 1921 a Shanghai. Oggi conta all’incirca 78 milioni di iscritti, 116 volte i membri del partito nel 1949, quando la repubblica popolare cinese e’ stata fondata. Solo lo scorso anno, sono stati oltre 20 milioni a fare domanda di iscrizione al partito e 2 milioni quelli reclutati come nuovi membri. Di tutti gli iscritti, 18,5 milioni hanno meno di 35 anni e 28 milioni hanno una laurea. Tra le 2,77 milioni di imprese in Cina, 640.000, comprese 438.000 non statali, hanno organizzato comitati di base del partito.