ROMA – Il presidente egiziano Mohamed Morsi non arretra. Non lo fa nonostante le proteste e gli almeno 7 morti in piazza. E al contrario dopo giorni di silenzio sceglie il discorso televisivo. Ma sul referendum per la nuova Costituzione, quella che ha scatenato le proteste, nessuna concessione.
‘‘La minoranza – ha detto Morsi – deve accettare il volere della maggioranza”. Si rivolge cosi’. ”Siamo una nazione, nessuno ci divida”, ha detto ancora Morsi all’indomani degli scontri tra i suoi sostenitori ed oppositori davanti al palazzo presidenziale.
Morsi, quindi, spiega di voler tutelare ”la libertà di espressione” in Egitto, ma non ”gli appelli al colpo di Stato”, accusando ”alcuni manifestanti” di aver compiuto un’aggressione violenta contro la presidenza. Morsi ha poi offerto ”il dialogo” ma ha denunciato ”omicidi e sabotaggi”.
Quindi un invito alle opposizioni, sabato, per un incontro. Le premesse, però, non sono le migliori. Anche perché il referendum della discordia è confermato. E Morsi pensa già al dopo voto: se dovesse vincere il no, ha detto, verrà varata un nuova assemblea costituente.
Le opposizioni, prima ancora che parlasse il presidente hanno confermato che la protesta va avanti. Il Fronte di salvezza nazionale, che riunisce i principali movimenti di opposizione egiziani, ha infatti fatto appello a manifestare anche venerdì in tutte le piazze del paese per ”confermare” la richiesta di annullare il decreto presidenziale e il referendum sulla Costituzione.
Subito dopo il discorso tv del presidente la rabbia degli oppositori si è scaricata contro il quartier generale dei Fratelli Musulmani al Cairo. La sede è stata devastata dai dimostranti e quindi data alle fiamme.
Secondo Mohamed el Baradei, uno dei principali esponenti dell’opposizione, ”il discorso di Mohamed Morsi e gli incidenti avvenuti davanti a palazzo presidenziale chiudono la porta a ogni dialogo”. Anche il movimento “6 Aprile” ha rifiutato l’invito di Morsi.