Egitto, scontri in piazza. Due morti. Si dimettono tutti i consiglieri di Morsi

Il presidente egiziano, Mohammed Morsi (Foto Lapresse)

IL CAIRO – Due persone morte, tra cui una ragazza, quattordici feriti, sassaiola e lanci di molotov, dimissioni di tutti i consiglieri presidenziali e la sede dei Fratelli Musulmani a fuoco: è il bilancio del secondo giorno di protesta in Egitto davanti al palazzo presidenziale di Mohammed Morsi, al Cairo.

Il primo consigliere del presidente a lasciare era stato, nel pomeriggio, Seif Abdel Fatah, annunciando in diretta tv su al Jazira Egitto le sue dimissioni per ”i martiri caduti questa sera”. Dopo Fatah anche un altro consigliere del presidente, Ayman el Sayad, si è dimesso, annunciando il suo addio su Twitter. Alla fine della giornata tutti e 17 i consiglieri del presidente avevano rimesso il loro mandato.

Il Fronte di salvezza nazionale, che raggruppa le opposizioni laiche, attacca Morsi e chiede il ritiro del decreto presidenziale che aumenta i poteri del capo dello Stato, l’annullamento del referendum costituzionale del 15 dicembre e la formazione di una nuova assemblea costituente che ”rifletta tutte le categorie” della società egiziana.

Nelle ultime settimane Morsi ha ridimensionato i poteri della magistratura, aumentando i propri, a ha riportato la sharia nella Costituzione. Su questi nuovi articoli ci sarà il referendum. In pratica viene ripresa la Costituzione già in vigore con Mubarak, ma sospesa dalla rivoluzione del 2011.

“Gli articoli ”contestati” della costituzione possono essere modificati”, ha detto il vicepresidente egiziano Mahmoud Mekki, ma non prima del referendum. “Dobbiamo trovare una via di uscita e siamo seri nella ricerca del consenso. Non abbiamo alcuna altra alternativa al dialogo” , ha detto Mekki, ammettendo di avere anche lui ”riserve” sulla dichiarazione costituzionale emessa dal presidente Mohamed Morsi.

Ma la situazione sembra destinata a non restare sul piano della semplice trattativa. In un comunicato i Fratelli musulmani hanno detto di avere fermato tre persone davanti al palazzo di Ittahadeya in possesso di pistole e di proiettili.

Proprio i Fratelli musulmani avevano convocato una manifestazione di sostegno al presidente Morsi. Solo che contemporaneamente anche l’opposizione egiziana era scesa in piazza. “È stato concordato, in coordinamento con le forze rivoluzionarie, di protestare all’esterno del palazzo presidenziale. Se i Fratelli Musulmani non ci attaccheranno, tutto andrà bene. Se lo faranno, daremo la responsabilità a Morsi”, ha detto Mohamed Waked, portavoce del Fronte nazionale per la giustizia e la democrazia.

Il presidente Mohamed Morsi è ”responsabile della violenza di questa sera” e le opposizioni sono pronte al dialogo se ritira il suo decreto. Altrimenti ”la battaglia continua”, ha detto Mohamed el Baradei, leader del partito di opposizione al Dostour, dopo una riunione del Fronte di salvezza nazionale. Il premio Nobel per la Pace è stato accusato di sovversione insieme agli altri capi dell’opposizione Amr Mussa e Hamdin Sabbahi.

Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiesto che in Egitto si realizzi un “dialogo trasparente” tra tutte le parti e che i diritti di tutti vengano rispettati. “Gli scontri ai quali assistiamo attualmente dimostrano la necessità urgente di un dialogo che si deve tenere tra tutte le parti in causa”, ha detto Clinton, “il popolo egiziano merita una costituzione che protegga i diritti di tutti i cittadini, uomini e donne, musulmani e cristiani”.

 

 

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