Honduras: stallo nel negoziato tra Zelaya e Micheletti, il presidente deposto pronto a rivolgersi al Congresso

Il presidente deposto Zelaya

Stallo nel negoziato per risolvere la crisi in Honduras innescata dal golpe di Roberto Micheletti a fine giugno.

Il presidente deposto Manuel Zelaya, rifugiatosi nell’ambasciata brasiliana a Tegucigalpa al rientro dall’esilio a settembre ha dato tempo fino a domenica 18 ottobre per raggiungere un’intesa e altrimenti considererà «rotto il dialogo». Il nodo da sciogliere è la richiesta di Zelaya di essere reinsediato nell’incarico prima delle elezioni presidenziali del 29 novembre, a cui né lui, né Micheletti si candideranno.

Il presidente “de facto” ha replicato che la questione deve essere decisa dalla Corte suprema che ha già avallato la destituzione di Zelaya ed è difficile che gli restituisca l’incarico. Ma in caso di rottura il presidente deposto sarebbe pronto a rivolgersi al Congresso, dove gode ancora di una maggioranza.

Nell’ultima settimana un’intesa era sembrata vicina ma la prima scadenza fissata da Zelaya per giovedì 15 ottobre non è stata rispettata. Gli Usa premono su Micheletti perché accetti il temporaneo reinsediamento del rivale: intanto i nove Paesi sudamericani dell’Alba (Alternativa bolivariana per le Americhe) hanno deciso in una riunione in Bolivia di mantenere le sanzioni economiche contro Tegucigalpa e le restrizioni alla libertà di movimento dei membri del governo “ad interim”.

Gestione cookie