Iran, arrestati stretti collaboratori di Mussavi e Khatami

Gli apparati di sicurezza iraniani hanno arrestato oggi una decina di riformisti, tra cui alcuni stretti collaboratori di Mir Hossein Mussavi e dell’ex presidente Mohammad Khatami, in un giro di vite seguito ai gravi incidenti di ieri in varie città, quando decine di migliaia di oppositori sono tornati nelle piazze, con un bilancio di almeno otto morti e decine di feriti. Blog dell’opposizione hanno riferito che nuovi scontri sono avvenuti nella serata sulla Piazza Haft Tir, nel centro di Teheran, dove la polizia avrebbe sparato lacrimogeni per disperdere un migliaio di manifestanti. Ma la notizia non ha potuto essere verificata, mentre i Pasdaran – la guardia pretoriana del regime – si sono detti pronti a intervenire per “sradicare il complotto” contro il presidente Mahmud Ahmadinejad. Due degli arresti di oggi sono stati effettuati nel corso di un’irruzione nella fondazione Baran, che fa capo a Khatami. Qui gli agenti hanno ammanettato il direttore, Morteza Haji, ex ministro delle cooperative, e il suo vice, Hassan Rassuli, secondo quanto riferito dal sito dei deputati riformisti Parlemannews.

Allo stesso tempo i servizi di sicurezza prelevavano tre dei consiglieri di primo piano di Mussavi: Ali Reza Beheshti, Ghorban Behzadian-Nejad e Mohammad Bagherian. Un altro sito riformista, Jaras, ha detto che è stato arrestato anche Ebrahim Yazdi, 78 anni, già ministro degli Esteri nel primo governo rivoluzionario, nel 1979, e leader dell’organizzazione dissidente Movimento per la liberazione dell’Iran. In manette è finito anche il giornalista Emadeddin Baqi, responsabile dell’Associazione per i diritti dei detenuti. Le autorità hanno ritardato la consegna alla famiglia del corpo di Ali Habibi Mussavi, un nipote del leader dell’opposizione rimasto ucciso ieri, i cui funerali potrebbero essere lo spunto per nuovi raduni di protesta. Il regista Mohsen Makhmalbaf, portavoce all’estero del leader dell’opposizione, ha parlato di une vera e propria esecuzione: il nipote di Mussavi era stato più volte minacciato di morte e non ha perso la vita negli scontri bensì è stato freddato da una pallottola al cuore davanti alla sua abitazione, ha dichiarato.

L’agenzia ufficiale Irna ha reso noto che la salma è trattenuta “per l’autopsia e l’inchiesta giudiziaria”. Nella tarda serata di ieri, ha riferito il sito riformista Norooz, la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere dimostranti che si erano radunati davanti all’ospedale Ibn Sina, dove era stato portato il corpo di Mussavi. La televisione di Stato in lingua persiana aveva detto stamane che almeno 15 persone erano rimaste uccise negli scontri a Teheran. Successivamente l’emittente in lingua inglese PressTv ha parlato di otto morti in tutto il Paese. Lo stesso bilancio fornito dai siti dell’opposizione, che hanno fatto anche i nomi dei cinque rimasti uccisi a Teheran: oltre a Mussavi, che aveva 43 anni e due figli, nella lista figurano Mehdi Faradinia, Mohammad Ali Rasekhinia, Amir Arshadi e Shahram Faraji. Secondo l’opposizione, almeno quattro di loro, tra cui Mussavi, sono stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco. Mentre la polizia ha negato di avere sparato sui dimostranti. Anche nel caso di Neda Aqa-Soltan, la giovane uccisa nelle manifestazioni del giugno scorso le immagini della cui agonia erano state diffuse su Internet, le autorità avevano negato che a sparare fossero stati agenti delle forze di sicurezza. Diversi Paesi occidentali, tra i quali l’Italia per voce del ministro degli Esteri Franco Frattini, hanno condannato oggi le violenze sugli oppositori. Ma anche la Russia, che con il governo di Teheran ha ottimi rapporti, ha chiesto “moderazione” per “evitare una escalation del confronto interno”.

Ma il vice comandante delle forze armate, generale Massud Jazayeri, ha chiesto alla magistratura di punire i manifestanti, che ha definito “miscredenti ed apostati”. La televisione di Stato, che ha mostrato a lungo le immagini dei danni e degli incendi nelle strade, ha affermato che il tutto è stato opera di teppisti irrispettosi della ricorrenza dell’Ashura. A riprova di questo ha mandato in onda una scena in cui alcuni manifestanti applaudono al ritiro momentaneo delle forze anti-sommossa. E il battere le mani è considerato un gesto di gioia sconveniente alle manifestazioni di lutto. Oggi, infine, si è appreso che è stato arrestato il giornalista siriano di Dubai TV, Reza al-Basha, scomparso ieri a Teheran mentre stava coprendo le manifestazioni anti-governative.

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