Israele, via ai negoziati e liberazione 104 palestinesi. Il primo fra 10 giorni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Luglio 2013 - 21:34 OLTRE 6 MESI FA
Israele. via libera a negoziati e liberazione palestinesi

Benyamin Netanyahu (foto Lapresse)

GERUSALEMME – Via libera ai negoziati e alla liberazione dei detenuti palestinesi. Dopo un dibattito drammatico di sei ore, in cui spaccature e tensioni si sono manifestate con forza nella coalizione di governo, il premier Benyamin Netanyahu ha ottenuto con 13 voti a favore, 7 contrari e due astensioni il sì all’iniziativa del segretario di Stato Usa John Kerry sulle trattative israelo-palestinesi.

Il primo appuntamento, preliminare e tecnico, è in programma martedì a Washington. Dal governo Netanyahu ha incassato due puntelli importanti, necessari alla riuscita del progetto. Il primo: un assenso, molto sofferto, alla liberazione di 104 palestinesi detenuti in Israele da oltre 20 anni, da prima degli accordi di Oslo, per aver partecipato a fatti di sangue.

Il secondo: l’impegno a far approvare alla Knesset (il parlamento) una legge che consenta di sottoporre ad un referendum qualsiasi accordo venga raggiunto con i palestinesi. In questo modo Netanyahu si garantisce per i prossimi mesi la tenuta della coalizione governativa, malgrado la fronda del partito nazionalista Focolare ebraico. Di fronte a questi sviluppi la prima reazione dei dirigenti palestinesi e’ stata positiva. ”Un passo avanti verso la pace”, ha commentato il negoziatore palestinese Saeb Erekat. ”Speriamo di riuscire a sfruttare questa circostanza”.

La mattinata era iniziata con toni tempestosi e con picchetti di protesta sulla collinetta antistante la sede del governo a Gerusalemme. I parenti di israeliani uccisi negli anni Ottanta protestavano sonoramente contro l’imminente decisione di rimettere in libertà gli autori di quegli attentati. Nei loro volantini avevano pubblicato i numeri di telefono privati dei ministri che presto sono stati sommersi di accorati sms affinché non dessero a Netanyahu il voto desiderato. La seduta di governo si è aperta con forte ritardo. Come aveva già fatto ieri in una lettera aperta alla nazione, Netanyahu ha ribadito che la liberazione di quegli ”assassini” (nell’ottica palestinese sono piuttosto ”prigionieri di guerra” e ”combattenti per la libertà”) gli provoca forti sofferenze. Eppure gli interessi della nazione, ha spiegato, devono avere la precedenza. A dargli manforte, la negoziatrice Tzipi Livni che, a quanto risulta, ha fatto ai ministri un discorso appassionato e travolgente.

La liberazione dei 104 palestinesi richiesti da Abu Mazen dunque si farà, ma in quattro scaglioni: il primo fra una decina di giorni, l’ultimo fra otto mesi circa. Un ministro ha spiegato che se nel frattempo i palestinesi compiranno ”provocazioni” (ad esempio, portando avanti iniziative unilaterali in organizzazioni internazionali) le liberazioni si fermeranno. La spinosa questione della liberazione di arabi cittadini di Israele sarà rinviata fino all’ultimo.

Le remore, dunque, sono ancora molte, e la fiducia reciproca scarseggia. Eppure, malgrado tutto, martedì a Washington Erekat, la Livni e il consigliere di Netanyahu Yitzhak Molcho prenderanno in mano l’agenda dei negoziati e ne discuteranno le modalità. In seguito, se tutto andrà per il verso giusto, le trattative israelo-palestinesi potranno finalmente decollare, dopo aver languito per circa quattro anni.