Obama svela i (loschi) segreti del memorandum dell’era Bush

Il presidente Barack Obama sta alzando il sipario sui segreti ben custoditi durante gli anni della presidenza Bush. Un memorandum del dipartimento della Giustizia statunitense che risale a poco più di un mese dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 (è datato 23 ottobre) getta nuove ombre sul rispetto dei diritti umani nell’era dell’ex-capo della casa bianca.

Perquisizioni, blitz illegali e gravi violazioni dei diritti costituzionali: tutto in nome della lotta al terrorismo. Secondo il documento, le garanzie costituzionali contro arresti e operazioni di polizia illegali non si applicavano ai sospetti terroristi su territorio statunitense, nel caso che il presidente o un’altra alta autorità autorizzassero tali azioni.

Un memorandum legale, inviato dal dipartimento della Giustizia alla Casa Bianca, esprime l’avviso che «un comandante che effettua un raid contro una cellula terrorista non ha bisogno di un mandato di perquisizione». Lo stesso documento osserva che «l’attuale campagna contro il terrorismo potrebbe richiedere ancora più ampi poteri federali sul fronte domestico».

Il memorandum fa parte di un gruppo di nove compilati nell’era Bush, e finora tenuti segreti, che vennero dichiarati «non più operativi» dal presidente Barack Obama subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca.

L’amministrazione Obama ha anche messo a disposizione della magistratura documenti secondo cui la Cia ha distrutto 92 video di interrogatori di sospetti terroristi. A giudizio di svariati deputati democratici alcuni degli interrogatori si svolgevano sotto tortura, cosa che Bush ha sempre smentito.

La commissione sui Servizi di Intelligence del Senato americano si appresta ad avviare un’indagine sui metodi di detenzione e di interrogatorio applicati dalla Cia durante la presidenza Bush. L’inchiesta riguarderà anche le basi segrete dell’intelligence e i sistemi usati per ottenere informazioni dai leader di al Quaeda catturati negli ultimi anni.

L’obiettivo sembra però non essere quello di determinare eventuali violazioni delle leggi ma di «imparare dalle lezioni del passato». Il Senato dovrebbe concludere i lavori non prima di un anno.

LG

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