“Obama’s wars”: Bob Woodward descrive liti e rivalità che affliggono la Casa Bianca

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 13:05| Aggiornato il 23 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

La Casa Bianca

Alcuni dei più importanti funzionari nel consiglio per la sicurezza nazionale del presidente Barack Obama dubitano che la sua strategia in Afghanistan avrà successo ed hanno speso gli ultimi 20 mesi litigando l’uno con l’altro sulle decisioni da prendere, sulle rispettive competenze e sulle loro responsabilità, secondo un nuovo libro del giornalista Bob Woodward, che con il collega Carl Bernstein scoprì nel 1972 lo scandalo Watergate.

Il libro, intitolato ”Obama’s Wars” (Le Guerre di Obama) descrive un’amministrazione profondamente divisa sulla guerra in Afghanistan perfino quando Obama decise di triplicare in numero di combattenti, suscitando il sospetto che fosse ”incastrato” dai militari. Infatti, altri alti consiglieri della Casa Bianca e il suo inviato speciale nel Paese islamico, secondo Woodward non credevano che la strategia avrebbe funzionato.

Secondo il libro Obama era contrario ad una massiccia escalation e cercò di convincere i suoi consiglieri di trovare strade per non attuarla. Fin dall’inizio egli aveva concluso che per risolvere il problema afghano l’opinione pubbica gli aveva dato tempo due anni”. Nel corso di una riunione, racconta Woodward, il presidente ”implorò” di trovare una via di uscita. E privatamente chiese al vice-presidente Joseph Biden di sostenere la sua alternativa contraria a estesi rinforzi. Alla fine dei conti Obama la rifiutò e stabilì una data per il ritiro perchè, disse, ”non voglio perdere l’intero partito democratico”.

Biden non è il solo ad avere dubbi sul successo della strategia di Obama. Sulla stessa linea sono il generale Douglas Lute, consigliere sull’Afghanistan del presidente e Richard Holbrooke, inviato speciale di Obama in Afghanistan e Pakistan.

Per scrivere il suo libro Woodward ha avuto accesso a documenti e funzionari dell’amministrazione, inclusa un’intervista con Obama. Il New York Times ha ottenuto una copia del libro prima della sua pubblicazione da Simon & Schuster la settimana prossima. Nessun commento è giunto dalla Casa Bianca.

Sebbene le liti e i dissensi interni all’aministrazione si conoscessero, il libro li descrive alquanto più gravi e diffusi, e con tanto di dettagli. Il vice-presidente Biden ha definito Holbrooke ”il bastardo più egoista che abbia mai incontrato”. Vari funzionari dell’amministrazione hanno espresso ”disprezzo” per James Jones, generale dei marines in pensione e consigliere per la sicurezza nazionale, mentre questi ha definito altri consiglieri presidenziali ”il Politburo”.

L’ammiragio Mike Mullen, capo degli stati maggiori riuniti, sospetta che il suo vice, generale James Cartwright, manovra alle sue spalle, mentre questi ha espresso l’opinione che Mullen non è all’altezza del suo compito perchè non ha combattuto in guerra. Il ministro della difesa Robert Gates teme che al posto del generale Jones andrebbe il suo vice, Thomas Donilon, che Gates considera ”un disastro”.

Il generale David Petraeus, attuale comandante in capo delle forze Nato in Afghanistan, ha dichiarato ad un funzionario che non gli piace parlare con David Axelrod, consigliere anziano del presidente, perchè lo considera ”un intrallazzatore”.

Oltre alle beghe interne all’amministrazione, il libro di Woodward rivela novità riguardo alla guerra contro i terroristi. Una di esse è che la Cia ha ”un esercito segreto” di 3 mila uomini in Afghanistan, chiamato Counterrorism Pursuit Teams, C.T.P.T., formato essenzialmente di afgani con il compito di catturare o uccidere i talebani. Che la Cia avesse una sorta di milizia si sapeva, ma non delle dimensioni descritte da Woodward.

Il libro riferisce inoltre che il presidente afgano Hamid Karzai è in cura perchè afflitto da psicosi maniaco-depressiva.