I tempi non sono ancora maturi per una rivoluzione cubana nella pallavolo internazionale. La meglio gioventù caraibica è stata infatti annientata dalla Selecao brasiliana, nell’ultimo decennio vera dittatrice sotto rete. Nella finale mondiale disputata al PalaLottomatica di Roma i verdeoro hanno infatti schiantato per 3-0 Cuba mettendosi al collo il terzo oro consecutivo e pareggiando cosi’ l’impresa riuscita negli anni ’90 solo all’Italia della ‘Generazione dei Fenomeni’.
Pronti via e il Brasile mette in campo tutta la sua esperienza mettendo Cuba nell’angolo. Il palleggiatore Bruno smista palloni sull’opposto Vissotto, sui martelli Dante e Murilo, e sul centrale Lucas. La ricezione dei caraibici va in tilt e il punteggio segna subito un allungo importante (9-3).
Il giovanissimo Leon (17 anni), supportato da capitan Simon e dall’opposto Hernandez provano a ridurre le distanze ma i verdeoro non si scompongono e arrivano a metà parziale ancora con la situazione sotto controllo (16-10). L’unico momento in cui coach Bernardinho è costretto a chiamare due time-out praticamente consecutivi è sul 20-17 e 21-19: una rapida chiacchierata e il set viene archiviato sul 25-22.
Nemmeno il tempo di capire che la finale mondiale sta volando via, che Cuba, pur sospinta dal pubblico capitolino, si ritrova nuovamente a ballare il samba: i brasiliani ripartono a razzo e vanno subito sul 7-1. Il tecnico caraibico Samuels Blackwood prova a dare una scossa al gioco mandando in campo il secondo palleggiatore Diaz per Hierrezuelo, ma le percentuali d’attacco dei caraibici non crescono (16-10). Il Brasile, invece, sente sempre più vicina la terza medaglia d’oro consecutiva e non smette di picchiare, allungando inesorabilmente e chiudendo i giochi sul 25-24 con i siluri in battuta di Dante e l’ennesima schiacciata di Vissotto.
Il terzo set è quello in cui Cuba prova a svegliarsi ma, sul 12-12, si distrae nuovamente subendo un break da 4-0 poi decisivo nel computo del parziale. Con Simon e Leal non pervenuti, è il solo Leon a provare a risollevare quel che resta di una formazione forse ancora troppo giovane per poter mettere in crisi una corazzata esperta come quella sudamericana. E infatti, nonostante il riavvicinamento sul 21-19, la Selecao chiude il match (25-22) e si cuce sul petto la terza stella mondiale consecutiva.
Per la giovane formazione di Cuba, età media 23 anni, un argento come quello conquistato nel 1990 proprio in Brasile e un futuro tutto da scrivere.