Siria. Assad apre alle riforme costituzionali, attivisti: “Troppo tardi”

Il presidente siriano Bashar al-Assad

ROMA – Pluralismo dei partiti e Islam. Queste sarebbero le novità della nuova costituzione siriana che il 26 febbraio sarà sottoposta a referendum. Questa la proposta di Basheer Al Assad per salvare il regime. Francesca Cicardi ne parla sul Fatto Quotidiano e sottolinea come l’apertura del presidente siriano, che usa l’esercito per reprimere le rivolte contro il regime, sembri un modo per rimanere al potere e non dimettersi. Sono le sue dimissioni quelle che chiedono gli attivisti e l’opposizione, dopo gli oltre 5,400 morti tra civili, militari e attivisti in un rapporto dell’Onu che risaleal emse di dicembre.

“All’inizio chiedevamo solo le riforme democratiche, e hanno cominciato a spararci addosso – racconta un attivista di Damasco al Fatto, e aggiunge – Dopo i primi morti, la gente ha cominciato a chiedere la fine del regime, e infine l’impiccagione del presidente”. Anche secondo il Consiglio nazionale siriano le riforme sono arrivate troppo tardi per sedare le rivolte. “Il regime ha gestito male la situazione fin dall’inizio, non ha voluto ascoltare e ha portato l’opposizione a prendere le armi”, dice lo storico politico Kadri Jamil.

Jamil, che ha fondato il Partito della Volontà del Popolo, ha detto: “Il governo deve capire e accettare che è necessario fare delle concessioni, che non può più avere il potere assoluto. Ci deve essere un dialogo immediato con i gruppi armati e la creazione di un governo di unità nazionale con tutte le forze politiche, che favorisca una riconciliazione nazionale”. Le concessioni di Assad e le riforme che promette però sono accompagnate dall’esercito del regime che continua gli attacchi, come quello alla città di Deraa.

Gestione cookie