Usa. Mia Love vuole essere la prima repubblicana nera eletta al Congresso

Mia Love

WASHINGTON, STATI UNITI – Mia Love, 36 anni, tre figli, e’ una donna di successo. Dal 2009 e’ sindaco della cittadina di Saratoga Springs, Utah. Ora pero’ punta piu’ in alto: vuole diventare la prima donna nera repubblicana eletta al Congresso e nel suo stato, e ha deciso di sfidare il candidato democratico, Jim Mahteson, un veterano, con sei mandati alle spalle.

Sbaragliando i suoi rivali alle primarie, in cui ha ottenuto il 70 per cento dei delegati, Mia Love ha un forte sostegno da parte del suo partito, considerato che una sua vittoria potrebbe essere utile anche al candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney, con cui condivide peraltro anche la fede mormone.

La competizione nello Utah, che nella sua storia ha mandato al Congresso solo tre donne e ha una popolazione di afroamericani inferiore all’uno per cento, si sta guadagnando cosi’ l’attenzione nazionale, afferma il Washington Post.

Il risultato e’ che prevedibilmente diversi gruppi indipendenti repubblicani e democratici riverseranno milioni di dollari nella campagna elettorale. Su questo fronte, al momento e’ in realta’ in vantaggio Mahteson, che ha raccolto dieci volte piu’ fondi di lei; cosi’ come e’ in vantaggio nei sondaggi. Ma Mia Love non si lascia impressionare, e sottolinea l’impressionante risultato che ha ottenuto alle primarie.

Figlia di poveri immigrati haitiani, Mia e’ nata a Brooklyn ed e’ cresciuta in Connecticut. Nello Utah si e’ trasferita all’epoca dell’universita’, quando ha incontrato il suo futuro marito, un mormone bianco, per cui ha anche lasciato la chiesa cattolica per unirsi alla chiesa di Gesu’ Cristo dei Santi dell’Ultimo Giorno.

I suoi rivali sostengono che e’ una ”estremista”, forse proprio perche’ iniziano a temerla. Il suo rivale Matheson minimizza, puntando sulla sua esperienza, e sulle sue vittorie elettorali: ”Ogni hanno ho una corsa difficile – afferma – sono gia’ stato in questo rodeo”. Un argomento che pero’ Mia Love utilizza contro di lui, domandando: ”Perche’ mai abbiamo lasciato che ci rappresentasse cosi’ a lungo?”.

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