Elezioni Usa 2012, il New York Times: “Donald Trump come Berlusconi: capelli finti e la passione per le ragazzine”

Pubblicato il 22 Aprile 2011 - 17:33 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Donald Trump, il miliardario americano che, si dice, potrebbe candidarsi alle presidenziali del 2012, è come Silvio Berlusconi. E’ il paragone proposto nell’articolo ”The Danger of Donald Trump”, (”Il pericolo Trump”), scritto dal premio Pulitzer Timothy Egan su ‘Opinionator’, la sua rubrica sul sito del New York Times.

”Più vedi Trump andare in giro facendo disastri per tutto il Paese, seminando pezzetti di menzogna che tocca poi a noi spazzare via, più realizzi che è veramente come Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano – scrive Egan – al governo da più tempo di ogni altro leader del passato, secondo solo a Benito Mussolini”.

Secondo Egan, ”le somiglianze sono inoppugnabili”: ”Trapianti di capelli per Berlusconi, una sorta di acconciatura molto costosa per Trump. Berlusconi insulta frequentemente le donne in pubblico e Trump ha chiamato almeno una volta, davanti a tutti, una donna ‘grossa come un maiale’. Berlusconi ha portato trasmissioni sexy nella tv italiana e Trump sta partecipando a un reality show molto stupido, in cui interpreta se stesso, un grande magnate d’affari.

Berlusconi, a 74 anni, frequenta ragazze adolescenti, mentre Trump, a oltre 60 anni, sposato tre volte, ha detto che se Ivana Trump, 24 anni, non fosse stata sua figlia, avrebbe ”già tentato di uscire con lei”. Secondo Egan, molte persone, in Italia come a New York, li considerano ”delle barzellette”, delle persone ”volgari”.

”Tuttavia un ampio segmento della popolazione rimane stranamente incantato da loro. Se Trump guida i sondaggi tra i candidati repubblicani, e Berlusconi è ancora al governo malgrado il suo processo sugli scandali sessuali, cosa si può dire dei loro supporter? Trump e Berlusconi si beano in tutte quelle cose che tua madre ha sempre detto di non fare. Sono approssimativi, grossolani, disgustosi, presuntuosi e prepotenti. Sono l’opposto della classe”. ”Ma Trump non scomparirà, lo stesso non farà Berlusconi. Almeno sino a quando – conclude Egan – non avremo bisogno di qualcuno che dia voce ai nostri angeli neri, alle nostre cattive coscienze. E che finisce sempre per cavarsela”.