Vladimir Putin e la guerra calda: Russia-Occidente, rapporti mai così tesi

Vladimir Putin e la guerra calda: Russia-Occidente, rapporti mai così tesi
Vladimir Putin e la guerra calda: Russia-Occidente, rapporti mai così tesi (nella foto Ansa, un incrociatore russo a Ceuta)

MOSCA – Vladimir Putin si sta preparando ad una “guerra calda” che, fondamentalmente, non vuole, ma afferma di non voler tornare indietro qualora venisse provocato nuovamente rispetto alla situazione in Siria, dichiara un ambasciatore inglese, come riportato dal Daily Mail.

Anthony Brenton, che è stato ambasciatore britannico in Russia, insiste sul fatto che i rapporti tra Cremlino e Occidente siano attualmente “i più pericolosi che abbia mai visto”, commentando le accresciute tensioni dopo il bombardamento in Siria.

In un’intervista esclusiva al Daily Mirror, Brenton ha dichiarato che è “quasi impossibile” che la Russia faccia marcia indietro, perché “per Putin, perdere la faccia vorrebbe dire la fine”.

“Se a causa della Siria dovessimo scatenare le ire della Russia, Putin ha fatto capire nel modo più chiaro possibile che reagirà”. Tuttavia, nonostante la situazione sia pericolosa, la Russia è anche “debole”, e spende meno dell’occidente per i suoi militari.

Brenton ha proseguito: “Non vogliono la guerra, perché perderebbero. Queste dimostrazioni di forza sono un avvertimento che il combattimento può essere evitato”.

L’Inghilterra, questa settimana, ha annunciato che invierà 800 soldati in Estonia, al confine con la Russia, mentre Putin ha spostato delle navi da guerra attraverso il Canale della Manica, in vista di una nuova offensiva in Siria; la notte scorsa, inoltre, ha annunciato di aver inviato un sottomarino d’ultima generazione. Il veliki Novgorod si è così aggiunto alla flotta del Mar Nero, ed è in grado di colpire gli obiettivi che sono a terra, in mare e sott’acqua.

Gli Stati Uniti, sperano che le nazioni europee preparino gruppi di battaglia di circa 4.000 soldati, come parte della risposta Nato alla Russia. Ulteriori truppe saranno inviate negli Stati baltici e nella Polonia orientale. Francia, Danimarca, Italia e altri alleati sono attesi per unire i quattro gruppi di combattimento guidati da Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Canada in Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia.

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