(Foto Ansa)
Nel nuovo documento sulla strategia di sicurezza nazionale, la Casa Bianca lancia un allarme sul futuro dell’Europa, parlando di un rischio di “cancellazione della civiltà” e sostenendo che, “se le tendenze attuali continueranno, il continente sarà irriconoscibile tra 20 anni o meno”.
All’interno della stessa strategia, Washington definisce “interesse fondamentale degli Stati Uniti” il raggiungimento di “una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina”, così da “prevenire escalation involontarie o un’espansione della guerra e ripristinare una stabilità strategica con la Russia”.
Il documento afferma anche la volontà di “mettere fine alla percezione, e prevenire la realtà, di una Nato come alleanza in perpetua espansione”. Secondo la Casa Bianca, gli Stati Uniti dovranno inoltre avviare “un significativo impegno diplomatico” per aiutare l’Europa a ristabilire rapporti più stabili con Mosca. Dopo la guerra in Ucraina, infatti, “le relazioni europee con la Russia sono ora profondamente indebolite, e molti europei vedono la Russia come una minaccia esistenziale”; da qui la necessità di “ripristinare le condizioni di stabilità strategica nel continente euroasiatico” e ridurre “il rischio di un conflitto tra la Russia e gli Stati europei”. Parallelamente, l’amministrazione Trump illustra una strategia che promette un “riadattamento della nostra presenza militare globale”, con un focus sull’America Latina e sulla lotta alle migrazioni. L’obiettivo dichiarato è “ripristinare la supremazia americana”, facendo del controllo delle frontiere una priorità: “L’era delle migrazioni di massa deve finire. La sicurezza delle frontiere è l’elemento primario della sicurezza nazionale”. Sul fronte asiatico, la Casa Bianca chiede a Giappone e Corea del Sud maggiori sforzi per la difesa di Taiwan, riaffermando la necessità di “tutelare la deterrenza su un conflitto su Taiwan” e mantenere un “equilibrio militare convenzionale favorevole”.
La replica di Berlino
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha affermato che la Germania non ha bisogno di “consigli esterni”. “Credo che le questioni relative alla libertà di espressione o all’organizzazione delle nostre società libere non debbano essere incluse nella strategia, almeno per quanto riguarda la Germania”, ha affermato Wadephul.
L’Ue: “No comment”
“Non abbiamo avuto ancora il tempo di valutare il documento. Non siamo quindi nella posizione di commentarlo”. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Paula Pinho. In generale “nelle passate decadi la sicurezza nazionale statunitense è stata legata a quella europea, quindi certamente analizzeremo il documento, vista la sua importanza”.
