
Caso Diciotti, per i migranti ipotesi risarcimento tra i 41 e i 72mila euro a persona (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Un misto di sorpresa, amarezza e rispetto per i giudici. Così è stato accolto il verdetto della Cassazione che ha dato ragione ai 41 migranti eritrei imbarcati nel 2018 sulla nave Diciotti della Guardia Costiera. La Corte ha stabilito che le autorità italiane dovranno risarcire i migranti per il trattamento subito durante il loro viaggio forzato a bordo della nave. Mentre si attende con trepidazione la quantificazione del risarcimento danni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che all’epoca era capo di gabinetto del ministro Matteo Salvini, esprime il suo disappunto per la decisione.
Il punto di vista di Piantedosi
Piantedosi, attualmente responsabile del Viminale, ha dichiarato di rispettare la sentenza ma di non condividerla. Secondo lui, non ci fu alcun sequestro di persona nei confronti dei migranti. L’ex capo di gabinetto sostiene che le autorità italiane avevano soccorso i migranti in acque maltesi poiché le motovedette maltesi non erano in grado di farlo. Inoltre, i migranti furono trattati in modo appropriato a bordo della nave, nel rispetto delle convenzioni internazionali. Piantedosi insiste sul fatto che non vi sia stata alcuna omissione di soccorso, né danni psicologici per i migranti, contrariamente a quanto sostenuto dai loro avvocati.

Il risarcimento e le implicazioni legali
Il nodo ora è rappresentato dalla quantificazione del risarcimento danni, che potrebbe oscillare tra i 41mila e i 72mila euro a testa. La sentenza della Cassazione, pur ponendo l’accento sul risarcimento, solleva interrogativi su quale possa essere l’impatto di questa decisione in termini di giurisprudenza. Il ministro dell’Interno teme che il caso possa diventare un precedente giuridico che influenzi le future politiche migratorie del governo, creando un ostacolo alle normative in vigore.