Elly Schlein e le illusioni del campo largo, voti opposti Pd e M5s Bruxelles (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
Che cosa sia il campo largo se lo chiedono in molti, tranne forse Elly Schlein che continua a sognare. D’altronde, non le si può rimproverare nulla perchè illudersi non è proibito. Sta di fatto però che ogni giorno la segretaria del Pd viene duramente colpita dai suoi avversari, anzi da un suo avversario che non la smette mai di comportarsi in modo diametralmente opposto a quello della segretaria del Pd. Accade a Bruxelles, lontano da Roma, ma mai così vicina alla nostra capitale. L’Unione europea deve votare se togliere o meno l’immunità parlamentare ad Alessandra Moretti, una fedelissima dei dem, accusata da una inchiesta dei magistrati belgi di essere coinvolta nel Qatargate. Una indagine di non poco conto, visti i i reati di cui la parlamentare europea si sarebbe macchiata. L’assise deve votare se dire si o no in favore o contro la nostra parlamentare la quale, in verità, si è sempre difesa (ci mancherebbe) e considerata del tutto innocente.

Le schede riempiono le urne ed i risultati di lì a poco dicono che le previsioni sono saltate. La Moretti non gode più dell’immunità e deve quindi essere processata. Non sarebbe una decisione sconvolgente se non si sapesse che a sferrarle il colpo del ko sono stati proprio i 5Stelle che all’unanimità hanno mostrato il pollice verso. Come può essere che alleati così importanti si siano schierati contro?
Elly Schlein apprende la notizia e trasecola, perchè una decisione del genere non se la sarebbe mai aspettata, dato che in questi giorni sta professando l’unione indiscutibile del “suo” campo largo che nel 2027 darà la mazzata definitiva al governo Meloni. Probabilmente la segretaria del Pd non si sarà resa conto delle parole che l’avvocato del popolo aveva pronunciato alla platea dei Fratelli d’Italia durante la kermesse di Atreju. Il leader dei 5Stelle era stato chiarissimo a proposito. “Noi non siamo alleati di nessuno”, aveva esclamato. “Prima si discutano i programmi, poi si parlerà di chi sarà il leader dell’opposizione. Vogliamo vedere nero su bianco perché alle nostre battaglie di sempre noi non rinunciamo”.
Più evidente di così, il presidente degli ex grillini non poteva essere. Soltanto chi si benda o vuole bendarsi gli occhi non si sarebbe allarmato. Eppure, all’assemblea dei dem di domenica scorsa, la Schlein imperterrita aveva continuato a sostenere che già con il referendum sulla giustizia si sarebbero visti i primi scossoni. Per quale ragione Conte non aveva arretrato nemmeno di un millimetro dinanzi al suo sogno di essere lui il portavoce della sinistra?
Era stato per due volte a Palazzo Chigi con due governi diversi, chi più di lui era degno di sedersi su quella poltrona? Tanto più che un noto sondaggista in tv – Renato Mannheimer – aveva lanciato un SOS alla Schlein: se si dovesse dar retta solo ai voti del Pd in eventuali primarie, il vertice del partito le sarebbe favorevole, ma se la platea fosse più vasta, Giuseppe Conte non sarebbe assolutamente secondo, ma un primo a pari merito con la segretaria.
Dunque, attenzione: campo largo o campo ristretto l’avvocato del popolo non abbandonerà mai il suo progetto. Lo aveva sostenuto anche il giorno in cui aveva dovuto lasciare la guida del governo per passare all’opposizione dopo essersi liberato di Beppe Grillo finito nel dimenticatoio. Un disegno chiaro che doveva vedersela non solo con Elly, ma anche e forse soprattutto con quella folta schiera dei riformisti che dimostrano in ogni occasione di non digerire la rivoluzione a sinistra voluta dalla segreteria del Pd.
Nonostante ciò, sia pure dinanzi all’evidenza, c’è chi dice che il partito è unito e che Conte è e sarà un sicuro alleato. A sostenerlo, pensate un pò, è quel Dario Franceschini, uno dei capi della fronda che vorrebbe far fuori la Schlein. “Con lei al vertice, non riusciremo mai a tornare a Palazzo Chigi”, ritengono i più tenaci amici-nemici della segretaria.
Si prevedono, dunque, tempi duri, anche se chi è contro l’attuale vertice di via del Nazareno non si è reso conto della caparbietà della Schlein che un giorno si e l’altro pure conferma che alle politiche del 2027 la Meloni dovrà alzare bandiera bianca. Una ipotesi irreale? In politica non si può mai usare il sostantivo certezza, però non si possono nemmeno dimenticare i sondaggi che vedono il governo in piena salute e l’Italia sempre più presa d’esempio in Europa.
Con tutta probabilità, nemmeno i prossimi giorni, vicinissimi al Natale, le divisioni e i litigi lasceranno il campo alla tregua. La campagna elettorale non prevede vacanze e la tranquillità è un sostantivo desueto. Non solo in politica.
Un esempio ci viene ancora una volta dalla famiglia del bosco, la ricordate? Bene, proprio ieri i giudici dovevano decidere se far tornare i tre bambini dai propri genitori, ma la seduta è stata rimandata. Chissà? Forse quei magistrati non hanno pensato che il Natale è vicino e che quei fanciulli quel giorno e quella notte vorrebbero stare vìcini al babbo e alla mamma.
