Incontro top secret di Elly Schlein con il Nord produttivo, banche e imprese. Incontro a porte chiuse in un hotel di Milano “nel solco del report Draghi”, come ha detto, a denti stretti, il regista del vertice blindato Antonio Misiani, il senatore bergamasco (già vice ministro nel governo Conte 2), oggi responsabile economico dem. Bocconano di ferro, è riuscito a costruire un parterre di alto profilo per accreditare Elly alla corte dei migliori imprenditori della piazza. Cioè, proprio coloro su cui l’alleato Conte ha appena sputato veleno, ovvero i “nemici” dei Cinque stelle. Gli 007 pentastellati hanno scoperto la “riunione carbonara” e Giuseppi non ha gradito (eufemismo). I Grillini vanno al Congresso e continuano apposta a spiazzare i propositi unitari del Pd.
La divisione è ormai incolmabile. Partita con la spaccatura sul CDA Rai, proseguita con la mutilazione del campo largo in Liguria, i veti si accumulano, la concorrenza si fa sempre più dura, e le questioni più divisive spengono il reciproco senso di responsabilità. “Ma così non si va lontano”, ha fatto sapere in queste ultime ore il senatore Lombardo Alessandro Alfieri, anch’egli bocconiano, responsabile riforme e referente dell’area riformista nella segreteria dem.
Difficile ricostruire il centrosinistra
Elly Schlein, esausta, lo ha detto a Milano (dicono taluni infiltrati) e nessuno è rimasto sorpreso. Specie quegli imprenditori che si sono dichiarati “preoccupati della perdita di competitività”. Elly ha raccolto i loro suggerimenti, in testa a tutti “un impegno bipartisan sugli investimenti”. Una parola. Gli imprenditori hanno rimarcato che “non c’è opera che ai Grillini vada bene”. E giù un corposo elenco, dalla Gronda in Liguria alle trivelle in Emilia Romagna. Tuttalpiù si parla, vedi Bonelli, di “eolico off shore”. Taglia corto Renzi: ”Conte e gli altri usano il leader dei Verdi (e dintorni) per indebolire Elly Schlein”. Concorda per una volta Calenda: ”Conte fa la guerra alla segreteria dem perché “vuole Palazzo Chigi”. Campa cavallo.
Conte non ha digerito l’accordo Schlein-Renzi
Conte, è vero, vuole tornare a Palazzo Chigi ma soprattutto “gli viene l’orticaria che possa andarci Elly” (Vespa dixit). Per questo ha partecipato alla costruzione del campo largo come elemento per arrivarci ma ne è diventato “socio non frequentante” e ogni tanto dimentica di “pagare le quote”.