Guido Crosetto alla Camera (Foto Ansa)
Alla Camera e al Senato oggi è il giorno dell’informativa urgente del ministro della Difesa Guido Crosetto, richiesta dalle opposizioni in seguito all’attacco contro la Flotilla.
Nel suo intervento alla Camera, Crosetto ha spiegato: “Continueremo a lavorare perché non accada nessun incidente alla Flotilla e chiedo il vostro aiuto, al di là delle contrapposizioni politiche. Il clima è preoccupante, non possiamo garantire sicurezza fuori dalle acque internazionali. Consiglio di portare gli aiuti a Cipro tramite la Chiesa”.
“Mi sono posto una domanda: era proprio necessario mettere a repentaglio l’incolumità di cittadini italiani per portare aiuti a Gaza? E su questo mi sono sentito con nostri parlamentari. Il Governo ha sostenuto in maniera significativa la popolazione nella Striscia, siamo in grado in poche ore di portare aiuti. Ho chiesto fino a che punto doveva arrivare la Flotilla. Continueremo a lavorare perchè non accada nessun incidente e chiedo su questo il vostro aiuto”.
E ancora: “Il governo italiano esprime la più ferma condanna per quanto accaduto. Attacchi ad imbarcazioni civili in campo aperto sono totalmente inaccettabili. L’episodio richiama con forza i valori fondamentali della nostra Repubblica; il rispetto del diritto internazionale, la tutela della vita umana, la difesa della libertà di manifestazione pacifica. Qualunque manifestazione, se rispetta il diritto, deve essere tutelata e non può essere soffocata con violenza”.
Dopo la fregata Fasan, “ho disposto l’invio” verso l’area dove naviga la Flotilla “di un’altra nave, la Alpino, che dispone di altre capacità se mai servisssero”.
“La Flotilla – ha aggiunto durante l’intervento al Senato – si trova a 450 miglia dal punto pericoloso, che è l’uscita dalle acque internazionali. A quel punto nessuno sarà più in grado di garantire sicurezza e aiuto nel caso accadesse qualcosa. Forse la gravità della situazione sfugge ed essa non dipende dalla volontà del nostro Parlamento, del nostro governo o di quelli delle altre 44 nazioni rappresentate, perché una volta entrata in acque considerate israeliane sfuggirà dal controllo e dalla possibilità di agire di tutti noi. Per questo stiamo cercando di agire ora ed è partita un’incessante azione diplomatica della presidente Meloni e del ministro Tajani”.
