Maurizio Landini segretario generale CGIL (Foto Ansa) - Blitz Quotidiano
“Sciopero per aumentare i salari e le pensioni. Chiediamo al governo di restituire 25 miliardi di tasse pagate in più negli ultimi tre anni da 38 milioni di lavoratori e pensionati per effetto del drenaggio fiscale. Di tassare rendite e profitti in modo progressivo: basta flat tax, inaccettabile”. Queste le parole di Maurizio Landini, segretario della Cgil, in un’intervista a La Repubblica. “Di introdurre – aggiunge – un contributo di solidarietà dell’1,3% su 500 mila italiani con redditi netti annui sopra i due milioni: vale 26 miliardi. Una riforma delle pensioni: chi prometteva di cancellare la Fornero porta l’età a 70 anni. Nuove politiche industriali e per la casa. E infine di cancellare leggi che hanno esteso la precarietà e alimentato subappalti e morti sul lavoro. È uno sciopero sociale. Ma anche politico, certo. Chiede di cambiare le politiche sbagliate del governo Meloni. Rivendica un futuro di pace e giustizia sociale per le nuove generazioni”.
Landini: “Il mondo del lavoro vuole cambiamenti”
Quale messaggio si vuole mandare alle piazze? “Un messaggio chiaro – prosegue il leader della Cgil -: il mondo del lavoro vuole cambiamenti veri”. Cosa le suggerisce questo insistere sull’oro di Bankitalia? “Distrazione di massa per non parlare dei problemi reali. Dimostra che il governo è alla frutta e non sa dove sbattere la testa”. Il presidente Mattarella torna a richiamare tutti sui salari dignitosi. La patrimoniale è la risposta? “Mattarella ancora una volta ha ragione – prosegue Landini -: siamo dentro ad un’emergenza salariale. L’articolo 36 della Costituzione dice che il salario deve essere degno. Invece oggi si è poveri lavorando. Chi ha di più deve contribuire di più”. “Serve la democrazia – va avanti -. Bisogna ridare fiducia al 50% che non vota: il non voto nel nostro Paese è cresciuto con le disuguaglianze. E ridare senso anche al Parlamento, non usarlo come una clava per confermare decisioni prese altrove. Lo sciopero serve a cambiare la situazione: i diritti non ci sono mai stati regalati”.
Il rapporto con Meloni
Quanto al rapporto con Meloni: “Ad ottobre – afferma ancora Landini. – era a fare campagna elettorale per le regionali con i vice. Se quando hai un tavolo con chi rappresenta milioni di lavoratori vai da un’altra parte, il messaggio è chiaro: vuoi colpire il ruolo e la funzione del sindacato confederale”. Quali sfide vede nel 2026? Il referendum sulla giustizia rischia di spaccare il Paese? “Non c’entra nulla con la riforma della giustizia. È solo uno strumento del governo per controllare la magistratura. Invece bisogna assumere i 12mila precari che vogliono licenziare a giugno, con la fine del Pnrr. Far funzionare davvero i tribunali” conclude.
