L’ONU è irrilevante, Costituzioni ipocrite e difesa dello Stato di Diritto in Europa - Blitzquotidiano.it (Il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres nella foto Ansa)
Se vi dovessero chiedere di costituire l’”Associazione degli Onesti”, ci mettereste tra i soci fondatori, con diritto privilegiato di voto, il re dei ladri? Non ridete: è quello che è successo con l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Alla fine della Seconda Guerra, le grandi “democrazie” che avevano sconfitto il nazismo, pensavano che se le Costituzioni di tutte le Nazioni avessero previsto il ripudio della guerra, la pace tra i popoli sarebbe stata garantita. Sulla base di questo presupposto fu approvata la Carta dell’ONU che prevede l’ammissione di qualsiasi paese del mondo che si doti di una Costituzione “libertaria”.
Il fallimento dell’ONU da ragione a Kant

Molti anni prima, Immanuel Kant, l’ultimo grande filosofo della Storia umana, ammoniva invece che “l’organizzazione internazionale non è possibile se non tra popoli effettivamente liberi”. La Storia gli ha dato ragione: non basta un testo Costituzionale per concludere che un Paese rispetta i diritti umani ripudia la guerra.
Ai nostri giorni, la Costituzione iraniana prevede la libertà di religione, quella Cinese e Russa la libertà di espressione e di riunione. Le Costituzioni dei paesi in cui impera il neo-assolutismo contengono le affermazioni più solenni dei diritti dell’uomo.
Si racconta che ad una riunione dell’UNESCO, fu chiesto ai rappresentanti dei governi militari sudamericani se fossero d’accordo nel riconoscere i diritti dell’uomo di cui si stava discutendo. Si, risposero costoro, siamo d’accordo, ma a condizione che non ci si chieda il perché. Con il “perché” comincia il contrasto.
Esempio Cina
Ad esempio, in Cina le libertà individuali -di stampa, di riunione, di parola- sono considerate come obblighi del Governo di fornire ai cittadini giornali e libri ufficiali. I costituzionalisti cinesi affermano di avere interpretato alla lettera i Principi fondanti della Carta dell’ONU.
Si può anche ottenere che lo Stato d’Israele e di Palestina approvino Costituzioni “fotocopie” che riconoscano il diritto dei due Stati ad esistere, ma finchè ci sarà Hamas da una parte e il partito dei religiosi e dei coloni dall’altra, non cesseranno le carneficine. Se si applica la legge delle armi e non esiste un Ente internazionale in grado di regolare il conflitto, vincerà l’esercito più letale nonostante le manifestazioni pro Pal. E’ la stessa legge che si applica in Ucraina.
In linea con le proprie tradizioni giacobine, il governo francese propose all’ONU un emendamento secondo cui la violazione dei diritti umani da parte di un governo “costituisce una minaccia di guerra e deve quindi venire repressa dalla comunità umana rappresentata dalle Nazioni Unite”. Questo emendamento fu respinto.
Se fosse passata la norma, i paesi “armati” avrebbero avuto il diritto/dovere di mandare i loro eserciti su richiesta dell’ONU per reprimere i regimi africani, asiatici e financo europei che disattendevano la “Carta”, Cina compresa. Eppure, il principio in sé era corretto perché le grandi emigrazioni che destabilizzano l’Occidente provengono dai paesi che non rispettano i diritti umani. Ho detto “Occidente”, perché non mi risultano imponenti fenomeni di emigrazione verso la Cina, la Russia o l’Africa.
Fu invece adottato il principio secondo cui “nessuna cessione, nessuno scambio e nessuna aggregazione di territorio sono validi senza il consenso delle popolazioni interessate”.
Questa norma internazionale aveva trovato la sua prima applicazione per i territori di Tenda e di Briga. Il referendum aveva avuto luogo l’11 ottobre 1947 sotto il controllo di osservatori svizzeri olandesi e svedesi. Su 2845 votanti 2603 si pronunciarono a favore della Francia e solo 218 votarono contro.
All’epoca erano pochi i cittadini di confine che volevano restare italiani. Peraltro, non sarei del tutto sicuro dell’esito di una consultazione referendaria tra gli attuali abitanti del Sudtirolo, che dovessero scegliere tra Italia e Austria.
Putin afferma di avere rispettato i principi internazionali per il fatto di avere indetto le elezioni nel Donbass sotto la vigilanza di osservatori internazionali e assicura che le elezioni si sono svolte regolarmente.
La Repubblica di Weimar aveva le leggi più liberali esistenti in Europa ma non garantiva l’ordine sociale interno. Hitler ottenne il consenso elettorale per via degli scioperi che durarono otto mesi continuativi e portarono il paese al collasso irreversibile. Arriva sempre il momento a partire dal quale il popolo chiede a gran voce, come atto liberatorio, la fine dei diritti democratici di cui si abusa. L’abuso del diritto rappresenta infatti il grande problema delle democrazie occidentali.
L’attuale Costituzione tedesca, forse nel ricordo cogente di quanto avvenne in quel passato, prevede: “Chiunque abusa della libertà di espressione del pensiero, in particolare della libertà di stampa, della libertà di insegnamento, della libertà di riunione, della libertà di associazione, del segreto epistolare, postale e delle telecomunicazioni o del diritto di asilo, perde tali diritti fondamentali (art. 18).
Russia, Cina ed America, grazie al potere di veto, hanno scelto l’”equilibrio del terrore”. Se alcune Nazioni godono di diritti particolari, ne deriva che l’ONU non è più un organo “Sovranazionale e indipendente” in grado di reprimere le guerrema si riduce ad un ente burocratico che si occupa di pratiche amministrative. Prova ne sia che anche l’ONU è stata oggetto di “scalate” da parte dei vari paesi membri che si sono divisi in filooccidentali e “non”, con l’attuale prevalenza dei “non”.
A riprova dell’irrilevanza politica dell’ONU, si consideri che Il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione presentata dagli Stati Uniti che chiede la “rapida fine della guerra in Ucraina” senza però fare alcun cenno alla Russia come aggressore né alla sovranità e all’integrità territoriale di Kiev.
Un esempio dell’uso del potere di veto è stato quello degli Usa che hanno bloccato la Risoluzione del Consiglio di sicurezza che chiedeva il cessate il fuoco nella striscia di Gaza, motivando che la risoluzione non condannava Hamas.
Le elezioni generali a Taiwan del 2024 per eleggere il presidente e il parlamento hanno dato la vittoria agli “indipendentisti”. La Cina minaccia la guerra di “liberazione” di Taiwan e se ne frega dei principi fondanti dell’ONU, forte del probabile appoggio di Trump.
L’equilibrio del terrore in luogo del diritto internazionale, ci fa ritornare al vecchio mondo degli Asburgo, degli Zar e di Napoleone. La pace non sarà più nelle mani di un arbitro super partes ma deriverà dagli accordi diretti tra Imperi come sta avvenendo in Ucraina e nel medio oriente.
L’Europa, che ha scelto la via del diritto e ripudia la guerra, è ormai vassalla di un Impero al quale occorre pagare tributi, e potrà liberarsi dalla sudditanza solo quando avrà un proprio esercito che garantisca l’equilibrio del terrore. Putin lancia il guanto di sfida: “Io non voglio attaccare l’Europa ma sono pronto a distruggerla se questa continuasse a provocarmi”, armando l’Ucraina e mantenendo il boicottaggio economico, che Egli considera atti di gerra.
In questi terribili scenari, l’Europa deve fare un atto di fede nei confronti dell’ONU e facilitarne al massimo il funzionamento. Si tratta infatti dell’estremo tentativo di un’intesa fra i popoli. E’ necessario riuscire a qualsiasi costo, perché una nuova catastrofe provocherebbe, senza possibilità di rimedio, il crepuscolo della nostra civiltà e l’agonia della specie umana. Ma per far funzionare l’ONU le cinque potenze che hanno il diritto di veto dovrebbero rinunciarvi.
Sebbene la tutela dei diritti dell’uomo non sia diventata un principio “effettivo”, per quanto tali diritti siano spesso calpestati, il testo della Carta rappresenta un enorme passo avanti nella storiadei popoli. Infatti, il nazismo e il comunismo proclamavano che la libertà dell’uomo era un “delitto” contro lo Stato.
Gli occidentali devono difendere le loro democrazie, usando la forza per mantenere lo “Stato di diritto”. Infatti ogni legge si basa sull’esercizio della forza. Un Giudice che decide un arresto ha bisogno di una polizia statuale che lo esegua. L’ONU e la Corte di Giustizia internazionale sono “Tribunali” senza “polizia”. Quali sono i principi di diritto “inalienabili”, senza i quali, cioè, una democrazia non è più tale?
Bisogna decidersi: i cortei pro Pal con sputo al poliziotto, l’assalto alla sede di giornali, la presenza di Iman e di intellettuali che predicano contro la nostra religione e il nostro modello di vita, gli attentati alle sinagoghe, il terrorismo europeo di matrice mussulmana, la delinquenza giovanile, l’immigrazione illegale, gli schiaffoni agli insegnanti e ai sanitari, tutti questi episodi di “ordinario disordine” costituiscono reati che occorre perseguire opiuttosto una “eroica” ribellione “dal basso” verso l’occidente? Un democatico che abbia rispetto di se stesso, deve considerare fondamentale la difesa dei diritti prima elencati, che sono “inalienabili”.
Chiediamoci per quale ragione interi popoli fuggono per venire da noi. Perchè aspirano al più elevato tenore di vita e perché cercano un sistema di libertà che viene loro negato in patria. Ed è proprio quest’ultima, la ragione che consente ai giudici italiani di riconoscere il diritto d’asilo, mentre la ragione economica non viene presa in considerazione.
Certo, il capitalismo occidentale ha perso smalto ma offre ancora maggiori occasioni di elevazione sociale rispetto ai restanti due terzi del mondo.
Eppure, le democrazie occidentali sono assalite da un senso di frustrazione e di insicurezza e questo dipende dalla propria instabilità politica interna. Le democrazie si basano sulla pluralità dei partiti, che si sono estinti o sono diventati impopolari. Non può esistere un partito che non difenda con la forza i propri diritti “inalienabili”.
Il suffragio universale è condizione indispensabile della democrazia, che però non può nulla senza l’educazione civica delle masse e la coerenza dei partiti. Il quorum di votanti del 40%, rende vacillante qualsiasi maggioranza. L’unico rimedio è la coalizione tra le forze in grado di difendere i valori inalienabili di una democrazia, che, ai nostri giorni sono rimasti il PD e il centro destra senza Salvini. Il che richiede una riforma elettorale in senso proporzionale e la fine dei “campi larghi”.
La lotta per la democrazia, per lo Stato degli uomini liberi, è innanzi tutto la ricerca di un’etica, di un’etica sociale, di un’etica individuale La democrazia è un comportamento, un impegno; se manca questo impegno la democrazia è morta.
