
Occupazioni abusive, cannabis light, blocco stradale: cosa prevede il dl sicurezza. E il Governo apre alla castrazione chimica (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
Stretta sulle occupazioni abusive delle case ma anche reato di blocco stradale, misure contro il terrorismo e un giro di vite sulle rivolte in carcere. E ancora: cambiano le norme per le detenute madri e addio alla cannabis light. Sono alcuni dei punti del decreto sicurezza, un provvedimento di 39 articoli che ha recepito gran parte del ddl in materia risalente al 2023 e che, dopo l’approvazione della Camera è rimasto fermo in Senato per poi essere riproposto a seguito di una serie di aggiustamenti a Montecitorio.
Il Governo, dopo aver incassato la fiducia con 201 sì, si sta trovando di fronte alle opposizioni di centrosinistra che, per protesta, hanno presentato 150 ordini del giorno che verranno discussi tra oggi e domani, con i deputati iscritti a parlare fino a 8 minuti. Si punta in questo modo a rallentare l’approvazione finale alla Camera, prima che il testo vada al Senato per il sì definitivo.
Vediamo quindi nello specifico cosa prevede questo decreto, giudicato dall’esecutivo come cruciale e dall’opposizione come “liberticida”.

Cosa prevede il decreto sicurezza punto per punto
- Occupazione delle case. Viene istituito il nuovo reato di ‘occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui’ punibile con la reclusione da 2 a 7 anni. Prevista una procedura d’urgenza per il rilascio dell’immobile e la conseguente reintegrazione nel possesso.
- Stretta sulla cannabis light. Stop alla coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli industriali consentiti. Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del Testo Unico sulle Sostanze Stupefacenti, parificando, dunque, la cannabis light a quella non light.
- Bodycam. Sì alle bodycam per le forze di polizia impegnate nel mantenimento dell’ordine pubblico, anche se non come dotazione obbligatoria. Si prevede anche la possibilità dell’uso della videosorveglianza nei luoghi in cui vengono trattenute persone sottoposte a restrizione della libertà personale.
- Norma anti-Ghandi. La misura, ribattezzata così dalle opposizioni, prevede il carcere fino a un mese per chi da solo blocca una strada o una ferrovia e da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite.
- Detenute madri. Diventa facoltativo l’attuale obbligo di rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto i tre anni che andranno, comunque, negli Icam, gli istituti a custodia attenuata.
- Misure per i No Tav e i No Ponte. Arriva un’aggravante per punire la violenza o la minaccia a un pubblico ufficiale se commessa per impedire la realizzazione di un’opera pubblica strategica.
- Le rivolte in carcere. Stretta con il nuovo reato della rivolta in carcere e prevede la punibilità con la reclusione da 1 a 5 anni. Nel testo si prevede la punibilità di condotte di resistenza passiva.
- Tutela legale per le forze dell’ordine. Raddoppio delle spese legali, con un tetto fino a 10mila euro, per forze dell’ordine, forze armate o agenti indagati per fatti inerenti al servizio.
- Attività di sicurezza. Il testo rende permanenti alcune norme di garanzia per gli agenti di sicurezza, inserita però tra queste condotte anche la “direzione e organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico”.
Cosa viene contestato al decreto, manifestazione a Roma il 31 maggio
In una conferenza stampa di fronte a Montecitorio che si è tenuta martedì, i manifestanti anti-dl sicurezza hanno fatto sapere che la loro battaglia non si ferma. “Abbiamo dimostrato che nel Paese esiste un’opposizione sociale, siamo stati scudo democratico. E, dopo quanto accaduto in piazza, le adesioni alla manifestazione di sabato 31 stanno crescendo, e sarà enorme e partecipata”, ha detto Martina Solidoro della rete. In piazza anche Luca Blasi, l’assessore municipale colpito durante la protesta a Piazza Barberini. “Il nostro problema – ha detto Blasi – non è la Polizia ma è l’uso che il Governo fa della Polizia. E l’aver colpito uno dei portavoce della piazza che stava gestendo la situazione è grave e non perché è successo a me”. Questo decreto è “un golpe” con cui si mette “fine a un pezzo della nostra democrazia.
Contro il provvedimento si levano anche le voci dell’opposizione. Con questo testo “andiamo in direzione di uno Stato repressivo”, ha denunciato il leader M5s Giuseppe Conte. “Il decreto è pericoloso e fatto solo di propaganda populista”, ha attaccato il capogruppo Dem in Senato Francesco Boccia. Per tutta l’opposizione si tratta in ogni modo di norme “liberticide che reprimono il dissenso”.
Il centrodestra, invece, ha da subito difeso il suo provvedimento. “Per la sinistra – ha sottolineato il sottosegretario Andrea Delmastro – il decreto ‘restringe spazi di libertà’. Occupare abusivamente case di terzi indifesi, bloccare treni per ordine di madre natura, distruggere istituti penitenziari e aggredire forze dell’ordine, non sono ‘spazi di libertà’, ma di criminalità e noi vogliamo restringerli senza se e senza ma”.
“Delmastro – ha replicato Riccardo Magi – non sa più come dimostrare la propria inadeguatezza: prima conferma e rivendica che il dl sicurezza è una sostanziale stretta sulle libertà dei cittadini, poi dice che ci sono alcuni giudici che parlano come mafiosi. Ancora una volta disprezzano la separazione dei poteri e vorrebbero trasformare l’Italia in una specie di Ungheria”.
Anche la Lega ha rivendicato il provvedimento criticando il centrosinistra reo, per dirla con Igor Iezzi, di volere “difendere i criminali”. Parole rinviate al mittente dal partito Democratico con Matteo Mauri che ha definito una posizione “disgustosa” da parte di chi ha liberato Almasri.
La castrazione chimica per gli stupratori
Il partito di Salvini, tra l’altro, in queste ore è tornato su una propria bandiera storica: la castrazione chimica per gli stupratori su base volontaria. Ed ha ripresentato un ordine del giorno al ddl sicurezza che è stato accolto dal Governo, e che prevede l’apertura di un tavolo tecnico o di una commissione che valuti la possibilità di questa misura. “Deriva medievale”, il giudizio del Pd. Anche Forza Italia fa quadrato sul provvedimento. “Il garantismo – ha tagliato corto in Aula Davide Bellomo – non significa concedere tutto a tutti. Avanti sul programma di Governo”.