
Pace, perché tutti la invocano ma nessuno la vuole? - Blitzquotidiano.it (nella foto Ansa: Meloni al tavolo di Downing Street domenica 2 marzo 2025)
Pace è il sostantivo che troneggia da una settimana sulle prime pagine di tutti i giornali e sui dibattiti in tv.
Ma che cosa significa questa parola tanto invocata? Leggiamo quello che dice su di lei il vocabolario della nostra lingua: “È l’assenza di guerra e di conflitti”.
Ecco perché non sarà facile raggiungerla malgrado l’impegno a parole di tutto il mondo.
Possiamo negare che non ci siano feroci combattimenti che terrorizzino decine di milioni di persone? Purtroppo è così, malgrado si invochi dappertuttol’armonia. In Europa, negli Stati Uniti, nel mondo intero.
Pace, parole e realtà

Non c’è individuo che pensi il contrario. La realtà è assai diversa, perché tutti i Paesi dell’universo vogliono primeggiare e non esseri secondi.
Dice Ursula von der Leyen: “La forza è la via per la pace”. Non è un controsenso? Chi difende questo principio ricorda un vecchio adagio latino: “Si vis pacem, para bellum”.
D’accordo, ma almeno si dia l’impressione che non si voglia la guerra.
Manca l’essenziale: ad esempio un’opera di ricucitura diplomatica, basilare in determinate circostanze. Al contrario, nemmeno lo scenario che ha avuto come palcoscenico la Casa Bianca, ha placato gli animi e li ha portati a ragionare.
Trump ha avuto parole di fuoco contro Zelensky, il quale non si è fatto pregare e ha replicato con espressioni altrettanto dure.
A Londra nulla di concreto
A Londra, una parte dei paesi europei (pochissimi in verità) si riunisce per discutere il delicato momento e non riesce a mettersi d’accordo su niente tranne che sulle chiacchiere.
Eppure, si era nel Regno Unito che pochi anni prima aveva deciso di isolarsi con la Brexit. Quale migliore occasione per dimostrare che almeno nel vecchio continente si era trovato un nuovo denominatore comune?
Gli slogan durano lo spazio di un mattino e non hanno un punto d’incontro con quanto sta succedendo intorno a noi. Giorgia Meloni è una convinta sostenitrice della pace: “Conviene pure agli Stati Uniti e cercherò di spiegarlo ai nostri alleati di sempre”.
Quando si va al dunque, si rimane stupefatti perché il presidente americano non vuole l’Europa al tavolo di un complicato accordo con i “nemici” (ammesso che ci si arrivi). Naturalmente quel giorno, non ci dovrà essere neppure il leader dell’Ucraina. Ma allora – si chiede l’uomo comune – che pace è?
Macron si fa bello affermando che Francia e l’Inghilterra la pensino allo stesso modo: “Una tregua di un mese senza bombe per creare un clima distensivo che aiuti il difficile momento”.
Ventiquattro ore dopo, il presidente dei transalpini viene smentito ufficialmente da un esponente del governo inglese, il quale replica senza mezzi termini che “non c’è stato nessun patto a proposito”.
Chi non vede di buon occhio l’America sostiene che è Trump a non volere la pace; ma anche Zelensky non scherza, perché alle sue “ricche terre non vuole rinunciare”. Era andato a Washington per firmare uno storico accordo, ma è stato messo all’angolo e invitato a lasciare la Casa Bianca. Un episodio senza eguali che ha fatto il giro del mondo grazie alle telecamere che Trump aveva voluto rimanessero per un programma mozzafiato.
C’è chi ritiene che “bisogna rimediare all’aggressione della Russia”; nel contempo si pensa solo al riarmo e a come non mandare più aiuti di nessun tipo all’Ucraina.
Insomma, il mondo è attonito perché ricorda con terrore quel che potrebbe accadere: una terza guerra mondiale? Dio ce ne scampi e liberi. Proprio per questo è arrivato il momento di voltare pagina e di mostrare davvero il volto della pace.
Con i fatti. Trump, Zelensky, l’Europa pensino a questo Invece che creare un esercito di migliaia di uomini (una iniziativa del solito Macron) da mandare a Kiev e dintorni.
Tutto ciò significa riflettere sulla guerra, non sulla Pace. Allora, da oggi in poi, il ritornello deve essere completamente diverso. I litigi, gli insulti, le aggressioni, le false parole debbono lasciare il campo a nuove iniziative. Il mondo intero non ha bisogno delle armi, non ne sente il bisogno, anzi le teme e le odia.
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